Nel 2021 si calcola che 17,9 milioni di persone nel mondo fossero affette dalla malattia, quasi il doppio rispetto ai circa 9 milioni del 1990
I casi di artrite reumatoide si sono duplicati negli ultimi decenni. Nel 2021 si stima che la malattia colpisse 17,9 milioni di persone a livello globale, rispetto ai circa 9 milioni del 1990. Incidenza e prevalenza continuano a crescere, in particolare tra gli adulti di mezza età. Nonostante una riduzione del 32,7% del tasso di mortalità standardizzato per età dal 1980, il numero totale di anni di vita vissuti con disabilità (DALY) legati alla patologia è aumentato del 99% dal 1990, sfiorando i 3 milioni nel 2021. Questi, sono i dati emersi dall’analisi più approfondita finora condotta sull’artrite reumatoide, pubblicata su Annals of the Rheumatic Diseases.
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica di origine autoimmune che interessa principalmente le articolazioni, causando infiammazione, dolore, gonfiore e rigidità. Lo studio si basa sul più ampio set di dati spazio-temporali relativi all’artrite reumatoide, coprendo 953 località a livello globale e locale dal 1980 al 2021. È stata inoltre impiegata l’intelligenza artificiale per effettuare simulazioni sui trend futuri e sugli effetti potenziali di vari interventi.
L’analisi ha osservato che a livello globale vi sono significative disuguaglianze con un onere sproporzionatamente più elevato a carico dei paesi ricchi. A livello regionale si vede come nel West Berkshire nel Regno Unito vi è un tasso di incidenza di 35,1/100.000. Gli anni vissuti con disabilità sono aumentati del 62,55% dal 1990, con Finlandia, Irlanda e Nuova Zelanda con gli aumenti maggiori. Usando l’intelligenza artificiale, gli esperti hanno stimato che il controllo del fumo potrebbe ridurre i decessi per artrite reumatoide del 16,8% e gli anni vissuti con disabilità del 20,6% nelle regioni ad alto tasso di fumatori (ad esempio la Cina).
Fonte Ansa.it
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