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Noduli polmonari: arriva la broncoscopia robotica

Tempo di lettura: 3 minuti

La broncoscopia robotica consente di eseguire biopsie polmonari minimamente invasive su lesioni nodulari periferiche, rappresentando così una vera rivoluzione nella diagnosi dei noduli polmonari

L’ampio utilizzo della TAC toracica, anche nei programmi di screening per i tumori polmonari nelle categorie a rischio, ha messo in evidenza l’aumento significativo di diagnosi di noduli polmonari. Questi vanno però accuratamente valutati per identificare quelli con un alto rischio di malignità, i quali richiedono una tipizzazione istologica.

“Il problemaspiega il professor Rocco Trisolini, esperto di pneumologiaè che molti di questi noduli sono piccoli, (inferiori al centimetro) e/o in sedi difficili da raggiungere. Per queste lesioni, le tecnologie finora a disposizione per la diagnosi (la biopsia polmonare percutanea o la biopsia broncoscopica, con metodiche di imaging non particolarmente avanzate, come le mini-sonde ecografiche o la fluoroscopia) non sono accurate a sufficienza, se non addirittura tecnicamente impossibili da eseguire con un profilo di sicurezza accettabile

Le difficoltà diagnostiche possono portare a un ricorso eccessivo alla chirurgia a scopo diagnostico, spesso superfluo quando il nodulo risulta benigno all’esame istologico finale. In alternativa, i pazienti con piccoli noduli polmonari di natura incerta e non facilmente campionabili con le tecniche convenzionali vengono avviati a un monitoraggio radiologico, che comporta un impatto psicologico non trascurabile e costi rilevanti per il sistema sanitario. Questo follow-up prevede TAC polmonari periodiche per un periodo compreso tra 2 e 5 anni, in base al comportamento evolutivo della lesione.

La soluzione arriva dalla broncoscopia robotica

Ma tutto questo è destinato a cambiare, grazie alle metodiche endoscopiche avanzate, come la broncoscopia robotica, arrivata da poco al Policlinico Gemelli, primo e unico centro di tutto il Centro Sud, che si aggiunge ad altre tre strutture del Nord Italia che l’hanno acquisita negli ultimi mesi (l’Italia è al momento il Paese europeo che dispone del maggior numero di questi device).

Si chiama Ion Endoluminal System™ ed è una piattaforma che consente di effettuare biopsie polmonari minimamente invasive di lesioni nodulari periferiche. Ha ricevuto il marchio CE (l’autorizzazione europea) solo a fine 2024, mentre negli Usa è presente dal 2018. Gli straordinari risultati diagnostici dimostrati da questa tecnologia hanno portato alla sua ampia diffusione (sono circa 1.000 sistemi di broncoscopia robotica attualmente in uso negli USA), nonostante i suoi costi non trascurabili, che rappresentano di fatto l’unico vero ostacolo alla sua implementazione in Europa.

Il valore aggiunto del Gemelli: Ion in concomitanza con un sistema TAC di imaging avanzato

“Un valore aggiunto all’acquisizione del sistema Ion al Gemellispiega ancora il professor Trisoliniè il fatto di avere a disposizione una sala ibrida, dove è possibile effettuare la procedura di broncoscopia robotica in concomitanza con un sistema TAC di imaging avanzato (cone beam CT). È questo il vero punto di svolta. In questo modo possiamo studiare e diagnosticare tutti i noduli, indipendentemente dalle dimensioni, dalla posizione e dal pattern di crescita del nodulo rispetto al bronco (cioè se si sviluppa all’interno del bronco o al suo esterno)”.

“Con le metodiche tradizionali di broncoscopia – prosegue – è possibile diagnosticare affidabilmente solo i noduli che crescono all’interno dei bronchi, ma non le lesioni peribronchiali. Grazie ai sistemi di navigazione ibrida del robot invece è possibile arrivare in prossimità di un nodulo peribronchiale e controllare in tempo reale con una TAC intra-procedurale (cone beam CT) che gli strumenti di prelievo (aghi o pinze) abbiano effettivamente raggiunto la lesione”.

La procedura si esegue in anestesia generale, è accessibile a pazienti di qualsiasi età e comporta un rischio di complicanze molto basso. Inoltre, la curva di apprendimento è rapida: sono sufficienti circa trenta interventi per acquisire piena padronanza della tecnica.

“Questo strumento – conclude il professor Trisolini – è una nuova preziosa freccia al nostro arco per la diagnostica dei noduli polmonari. Ma nel prossimo futuro ne valuteremo il ruolo anche nel trattamento dei noduli polmonari, sfruttando la sua capacità di guidare verso queste lesioni nodulari speciali cateteri, attraverso i quali possono essere somministrate diverse modalità di trattamento (es. microonde o radiofrequenza)”.

Fonte.

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Noduli polmonari

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