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Dalla storia alla modernità: il Presidente Carlini racconta il ruolo della SIC nella chirurgia italiana

Tempo di lettura: 4 minuti

Tra cultura medica, sfide sociali e Intelligenza Artificiale, Massimo Carlini – Presidente della Società Italiana di Chirurgia (SIC) – condivide la sua visione sul momento storico della chirurgia in Italia

Italian Medical News ha di recente intervistato Massimo Carlini, Presidente della Società Italiana di Chirurgia (SIC). Con una prospettiva unica e approfondita, Carlini condivide le sue riflessioni sulle sfide affrontate dalla chirurgia in Italia e le prospettive future della SIC. Nel corso della conversazione, l’esperto esplora anche temi attuali come la carenza di medici e l’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale nel contesto sanitario, fornendo così una panoramica completa delle dinamiche in corso nel mondo della chirurgia italiana.

Il 125° Congresso: un successo sotto tutti i punti di vista

Presidente, nel mese di settembre 2023 si è svolto a Pisa il 125° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (SIC). Che momento è stato per la SIC e quali sono state le maggiori novità emerse?

“A Pisa la Società Italiana di Chirurgia mancava da 105 anni, da oltre un secolo, probabilmente perché è una città di dimensioni minori rispetto ai luoghi dove generalmente si svolge il Congresso Nazionale SIC. Tuttavia, è di notevole importanza culturale e ha contribuito in modo significativo alla chirurgia italiana attraverso illustri maestri. Pertanto, abbiamo preso la decisione di riportare il Congresso Nazionale in questa affascinante città. L’evento è stato un grande successo, come ogni anno, considerando che si tratta del momento culminante nel campo chirurgico a livello nazionale.”

“A Pisa ci sono state delle ‘perle’ assai importanti, soprattutto dal punto di vista scientifico. Una di queste è stata la Consensus Conference internazionale sul trattamento del cancro al pancreas, un momento di altissimo contenuto scientifico. Inoltre, abbiamo avuto l’onore di eleggere come soci onorari due noti esperti a livello mondiale: John L. Cameron e Pierre-Alain Clavien. Il primo è un mito vivente della chirurgia del pancreas; il secondo è il chirurgo che ha classificato una volta per tutte il grado di severità delle complicazioni chirurgiche. Insomma, due dei più famosi chirurghi a livello mondiale”.

“Oltre a questi ed altri elementi che hanno caratterizzato l’alto livello scientifico del Congresso, vi è stata anche una cornice societaria meravigliosa. L’inaugurazione si è svolta presso il Teatro ‘Verdi’, con i saluti del Ministro della Salute Schillaci e il Ministro dell’Istruzione Valditara. C’è poi stata la cena sociale, cosiddetta ‘Cena dei Presidenti’, svoltasi all’aperto in Piazza dei Miracoli: si è trattato di un evento straordinario, accompagnato dagli sbandieratori della città e da uno spettacolo di fuochi d’artificio esattamente tra la Cattedrale e la Torre Pendente. Insomma, anche da un punto di vista aggregativo è stato un successo”.

Diffusione di cultura e tutela dei chirurghi

Presidente Carlini, qual è lo scopo principale della Società?

“La SIC è la Società Scientifica Chirurgica Italiana, la più antica (nata nel 1882) e la più importante in tema di chirurgia. Una Società che ha attraversato la storia del nostro Paese, essendo nata poco dopo l’Unità d’Italia. Una Società che ha visto Papi, Presidenti, guerre, ed è dunque passata attraverso una varietà di eventi storici straordinari. Il principio fondativo è quello della tutela dei chirurghi/e italiani/e e quello della diffusione della cultura chirurgica. La SIC si muove diffondendo cultura, conoscenza e tecnica chirurgica; si preoccupa di validare le nuove tecnologie, di verificare i percorsi di formazione dei giovani chirurghi, di tutelare qualsiasi aspetto scientifico e professionale”.

 “A tal proposito, la SIC gestisce diverse scuole di formazione post-universitarie che coprono tutti gli aspetti tecnici, patologici e clinici più rilevanti. Tra queste, troviamo la scuola di chirurgia robotica, colo-rettale, endocrino-tiroidea, mininvasiva e molte altre, per un totale di circa una quindicina. Queste scuole collaborano attivamente con il percorso formativo degli specializzandi in chirurgia generale. Oltre a ciò, la SIC coordina numerose altre attività, che non sono menzionate qui per evitare di dilungarsi troppo. In ogni caso, la nostra Società si conferma come il principale promotore della cultura chirurgica in Italia.

“Carenza dei medici? Fondamentale lavorare sulla comunicazione”


Spostiamoci un po’ su uno dei principali problemi della sanità italiana e dunque anche della chirurgia: la carenza dei medici. Come deve essere affrontato secondo Lei questo problema?

“Da anni ormai assistiamo ad una forma di perdita di vocazione dei giovani nei confronti del mestiere di Dottore. Inoltre, nell’ambito di questa professione, ci sono delle specialità che ne risentono maggiormente. Non è soltanto la chirurgia a soffrire di questo problema, ma anche la medicina d’urgenza, l’anatomia patologica e così via. La ragione di questo fenomeno va ricercata in più aspetti: innanzitutto, una società che nega il valore culturale delle due figure più importanti di una normale civiltà, che sono l’insegnante e il dottore, è una società che definirei malata. Una società che mette sul piedistallo influencer, youtuber, rapper etc. a discapito di insegnanti e medici fa un danno gravissimo a sé stessa e fa sì che i giovani non guardino a questa professione con lo stesso interesse che c’era fino agli anni ’80/’90”.

“In secondo luogo, il medico ormai non si ascolta più (perché ha in sé un contenuto scientifico), ma è sempre più soggetto a critiche, minando così il suo valore. In terzo luogo, il medico viene aggredito fisicamente, verbalmente e anche attraverso denunce. Si tratta di tutti atteggiamenti che aumentano il conflitto contro la figura medica. Se continuiamo così andrà a finire che non ci saranno più medici sufficienti a far funzionare ospedali, case di cura e università. Questo è un grosso problema e una parte della possibile risoluzione sta nella comunicazione: perché i mass media possono conferire nuovamente ai sanitari una narrazione sana, positiva. Ovviamente, oltre ai media c’è bisogno delle Istituzioni, fondamentali per dare nuovi stimoli ai giovani”.

L’Intelligenza Artificiale: un’arma a doppio taglio

Chiudiamo con un altro tema molto in voga: l’Intelligenza Artificiale. Che contributo sta dando e può dare in futuro al sistema sanitario e alla medicina in generale?

L’Intelligenza Artificiale è un’arma a doppio taglio. Da un lato, contiene in sé i germi di un futuro tecnologico che potrà essere utile. Ma porta con sé anche quella forma di stupidità naturale che purtroppo l’essere umano dimostra in varie circostanze. L’essere umano è capace di cose meravigliose come scoprire leggi della fisica, fare arte etc., ma è capace anche di gravissime azioni come uccidere, fare guerre, inquinare il pianeta e così via”.

“Dall’essere umano c’è da aspettarsi di tutto e questo vale anche per l’Intelligenza Artificiale: l’uomo fa bene a svilupparne i principi, ma dovrà poi utilizzarla in modo corretto, non lasciando ad essa la possibilità di autodeterminarsi e quindi di andare verso una direzione contraria alla natura umana. L’Intelligenza Artificiale potrebbe essere uno strumento notevolmente pericoloso nelle mani di chi non si rende conto di come va gestita e utilizzata. In sintesi: bene l’Intelligenza Artificiale, ma attenzione all’uso che se ne può fare

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Carlini SIC
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