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Focus sulle patologie dell’area gastro-intestinale

Tempo di lettura: 5 minuti

Le malattie gastroenterologiche sono molteplici e varie e possono essere di natura infiammatoria o funzionale. Andiamo ad approfondire insieme le più comuni patologie di quest’area

Le malattie gastroenterologiche rappresentano un vasto spettro di condizioni che coinvolgono il tratto digestivo, dallo stomaco all’intestino crasso. Queste patologie possono differire notevolmente nella loro eziologia, presentazione clinica e trattamento. Da un lato, ci sono le condizioni di natura infiammatoria, come la malattia di Crohn, la colite ulcerosa e la gastrite, che coinvolgono un’infiammazione cronica del tratto gastrointestinale. Queste condizioni sono spesso caratterizzate da sintomi quali dolore addominale, diarrea, sanguinamento rettale e perdita di peso, e richiedono un trattamento mirato per gestire l’infiammazione e prevenire le complicanze a lungo termine.

Dall’altro lato, ci sono le malattie funzionali, come la sindrome dell’intestino irritabile, che si manifestano con sintomi gastrointestinali senza segni evidenti di malattia strutturale o infiammatoria. Queste condizioni possono essere altrettanto debilitanti e influenzare la qualità della vita dei pazienti, ma il loro trattamento spesso si concentra sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento della funzionalità intestinale attraverso modifiche dello stile di vita, dieta e cure mirate. In questo focus andremo a trattare in maniera generica le principali patologie in questione.

Sindrome del Colon Irritabile

Il colon irritabile, noto anche come colite spastica o colite nervosa, è un disturbo comune caratterizzato da dolore o fastidio addominale e alterazioni dell’alvo. È più frequente nel genere femminile e può significativamente compromettere la qualità della vita. I sintomi del colon irritabile includono dolore addominale ricorrente, che può essere alleviato dall’evacuazione, associato a variazioni nella frequenza e consistenza delle feci. Altri sintomi possono includere la presenza di muco nelle feci, meteorismo e sensazione di distensione addominale, nonché urgenza o sforzo durante l’evacuazione. È importante notare che il sangue nelle feci non è tipico del colon irritabile e potrebbe indicare altre condizioni come la rettocolite ulcerosa, polipi, emorroidi o tumori. Inoltre, i sintomi del colon irritabile possono manifestarsi insieme ad altri disturbi gastrointestinali come il reflusso gastroesofageo e la dispepsia, così come intolleranze alimentari, inclusa la più comune intolleranza al lattosio, e altre malattie come la celiachia.

Il colon irritabile non ha una causa singola definita, ma coinvolge diversi fattori che possono contribuire in modi variabili alla sua insorgenza. I fattori “intestinali” includono alterazioni nella motilità intestinale, sensibilità viscerale, microbiota e fattori ormonali, che possono tutti influenzare la comparsa dei sintomi. D’altra parte, vi sono i fattori “extra-intestinali”, come lo stress emotivo, che svolge un ruolo significativo. Spesso definito il secondo cervello, l’intestino è strettamente collegato al cervello attraverso l’asse cervello-intestino, il che significa che lo stress emotivo può avere un impatto diretto sui sintomi gastrointestinali. Inoltre, l’alimentazione e lo stile di vita possono influenzare la manifestazione dei sintomi del colon irritabile.

Per quanto concerne la gestione della patologia i trattamenti includono modifiche della dieta e dello stile di vita, farmaci per alleviare i sintomi, terapia cognitivo-comportamentale per affrontare stress e ansia associati, ma anche cure complementari come l’agopuntura o il massaggio addominale. Tra i vari approcci terapeutici, i probiotici stanno emergendo sempre più come una grande risorsa per allievare i sintomi della patologia. Con il termine probiotici si fa riferimento a diversi ceppi batterici ai quali viene attribuito un potenziale effetto di protezione per l’organismo ospite. Nel caso della sindrome del colon irritabile, diversi studi clinici hanno dimostrato i benefici dei probiotici in particolare nel ridurre il gonfiore, migliorare la regolarità intestinale e alleviare il dolore associato alla patologia.

Celiachia

La celiachia è una patologia cronica autoimmune in cui l’organismo reagisce in modo anomalo all’assunzione di glutine, una proteina presente in vari cereali come frumento, orzo e segale. Questa reazione provoca infiammazione nell’intestino tenue, interferendo con l’assorbimento dei nutrienti e danneggiando la salute del paziente. I sintomi tipici includono diarrea, gonfiore addominale, flatulenza, crampi addominali, perdita di peso e debolezza generale. Per evitare la reazione immunitaria, è essenziale seguire una dieta completamente priva di glutine.

La gestione della celiachia coinvolge diversi approcci terapeutici. Oltre alla dieta senza glutine, che è il trattamento fondamentale per controllare i sintomi e prevenire danni all’intestino tenue, possono essere prescritti integratori vitaminici e minerali per compensare eventuali carenze nutrizionali. Anche qui, i probiotici possono essere utili per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e migliorare la salute digestiva. Diversi lavori scientifici hanno dimostrato che l’assunzione regolare di probiotici può contribuire a ridurre i sintomi gastrointestinali associati alla celiachia, come gonfiore addominale, diarrea e crampi. Inoltre, è importante evitare il contatto accidentale con il glutine e sottoporsi regolarmente a controlli medici per monitorare lo stato di salute e l’adeguatezza della dieta senza glutine.

Gastrite

Come tutti i vocaboli medici che finiscono in “ite”, gastrite è un termine generale che si riferisce a una condizione di infiammazione che, in questo caso, è a carico della mucosa gastrica che riveste le pareti dello stomaco. L’infiammazione può insorgere in modo improvviso, dando luogo a un malessere gastrico di una certa intensità, ma di durata limitata nel tempo (gastrite acuta), oppure svilupparsi gradualmente, in modo più subdolo e meno evidente, ma persistendo poi come disturbo costante (gastrite cronica). Spesso è associata alla presenza di Helicobacter pylori, oppure all’uso di alcuni farmaci o all’abuso di alcol. Può portare alla formazione di ulcere e a sanguinamenti. I sintomi più comuni sono dolore, bruciore e crampi allo stomaco, nausea, vomito e sensazione di pienezza.

Gastroenterite

La gastroenterite è un’infezione che coinvolge lo stomaco e l’intestino, comunemente causata da virus come il rotavirus, batteri o parassiti. I sintomi classici includono nausea, vomito e diarrea, che possono portare a gravi casi di disidratazione. Per affrontare questa condizione, è consigliabile bere molta acqua e seguire una dieta leggera. Nei casi più gravi, soprattutto nei bambini, che sono particolarmente vulnerabili alla disidratazione, potrebbe essere necessario ricorrere a determinate cure.

Morbo di Crohn

Malattia infiammatoria intestinale che determina un’infiammazione cronica della parte inferiore di intestino tenue, dell’intestino crasso o di entrambi, ma può coinvolgere qualsiasi parte del tratto digerente. Può essere causato da un’alterazione del funzionamento del sistema immunitario. I sintomi più comuni sono diarrea cronica, a volte emorragica, dolore addominale crampiforme, febbre, perdita dell’appetito e calo ponderale. Non esiste cura risolutiva, il trattamento è mirato ad attenuare i sintomi e a ridurre l’infiammazione.

Reflusso gastro-esofageo

Il reflusso gastroesofageo è una particolare malattia la cui origine va ricercata, per l’appunto, nel reflusso involontario di liquidi dal tratto gastroesofageo. Nelle persone sane il contenuto dello stomaco non raggiunge l’esofago in quanto quest’organo risulta chiuso ermeticamente da un muscolo e, pertanto, protetto dagli influssi dannosi dei succhi gastrici. Normalmente questa barriera viene superata soltanto durante il vomito. La malattia da riflusso, per contro, è caratterizzata da un aumentato riflusso della secrezione acida gastrica nell’esofago. Ciò provoca danni notevoli alla mucosa sensibile dell’esofago. Già in presenza di piccoli disturbi, la mucosa dell’esofago può evidenziare lesioni importanti. Da notare come la malattia da reflusso, spesso, tenda a peggiorare se non trattata in modo adeguato. Per evitare complicazioni è necessario instaurare una terapia attiva tale da ridurre la produzione del succo gastrico.

Colite ulcerosa

La colite ulcerosa è una condizione infiammatoria cronica che coinvolge l’intestino crasso, inizialmente interessando il retto e poi potenzialmente estendendosi a tutto il colon. I sintomi comuni includono dolore addominale e diarrea, spesso accompagnata da sangue e muco. A differenza del morbo di Crohn, la colite ulcerosa colpisce solo gli strati superficiali del rivestimento intestinale e rimane confinata all’intestino crasso. Attualmente, la causa esatta della colite ulcerosa è sconosciuta e non esiste una cura definitiva. Tuttavia, le terapie possono aiutare a gestire i sintomi e a prevenire le complicazioni, con alcuni pazienti che possono sperimentare periodi di remissione spontanea nel lungo termine.

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