Ad allontanare tantissimi giovani da questa cruciale professione sanitaria sono soprattutto gli stipendi bassi. Gli infermieri italiani sono al 25° posto tra i Paesi Ocse
La figura sanitaria dell’infermiere è cruciale non solo negli ospedali ma anche per le cure sul territorio, su cui ha investito molto il Pnrr. Cure sul territorio che vedranno proprio gli infermieri protagonisti dentro e fuori le nuove strutture, come le case e gli ospedali di comunità. Peccato che però siano introvabili a fronte di una carenza di almeno 70.000 operatori. Ad allontanare molti giovani da questa cruciale professione sanitaria, che tiene in piedi la Sanità italiana sono soprattutto gli stipendi bassi: con 1700 euro al mese gli infermieri italiani sono al 25° posto tra i Paesi Ocse. Senza contare inoltre la mancanza di progressione di carriera e anche i rischi di violenza in corsia che colpisce un infermiere su tre.
Oggi in Italia, seguendo le stime della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche – Fnopi, mancano circa 70.000 infermieri. Il 45% di essi al Nord, il 20% al Centro e il 35% al Sud. Il problema diventa ancora più preoccupante se paragonato al resto dei Paesi europei. “Il rapporto infermieri-abitanti in Italia è di circa 5,5 infermieri ogni mille abitanti. Uno dei più bassi d’Europa secondo l’Ocse, dove la media raggiunge gli 8,8” – spiega la Fnopi. Numeri sicuramente preoccupanti causati principalmente da stipendi troppo bassi.
Stipendi troppo bassi: i numeri italiani e quelli europei
Secondo il Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato 2020 (pubblicato di recente) un infermiere italiano guadagna in media 34.711 euro l’anno lordi, ovvero circa 22.600 euro netti che su tredici mensilità sono più o meno 1.700 euro al mese. Uno stipendio praticamente fermo da 8-10 anni. Si pensi che la media Ocse è di 48.100 euro lordi l’anno: per fare alcuni esempi, in Svizzera si sfiorano i 56.000 euro annuali, in Germania 59.000, fino ad arrivare al Paese ‘top’ in questi termini, ovvero il Lussemburgo dove nel 2019 un infermiere guadagnava in media poco più di 100.000 euro l’anno lordi. Risulta chiara dunque la grande differenza in termini di salario tra un infermiere che lavora in Italia rispetto al resto d’Europa.
Le 3 proposte della Fnopi alla politica
È per questo motivi che la Fnopi ha messo in atto tre blocchi di proposte alla politica nazionale. Il primo blocco riguarda la valorizzazione della voce contrattuale definita come indennità di specificità infermieristica, da incrementare di almeno il 30%. Il secondo riguarda invece l’inserimento all’interno dei Livelli essenziali di assistenza – Lea della branca specialistica assistenziale in modo da dare uniformità di prestazioni a livello regionale e nazionale, con l’istituzione delle competenze specialistiche che già oggi esistono di fatto, ma che non sono ufficialmente riconosciute agli infermieri. Il terzo ed ultimo blocco concerne la valorizzazione della formazione infermieristica negli Atenei. La proposta sarebbe quella di istituire lauree magistrali a indirizzo clinico e scuole di specializzazione nell’ambito infermieristico.
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