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La depressione è pericolosa per il cuore: lo studio

Tempo di lettura: 2 minuti

Uno stato depressivo alimenta i problemi cardiovascolari: in particolare chi soffre di depressione mostra un maggior rischio di malattie come infarto, ictus e angina

Uno stato depressivo può contribuire all’insorgenza di problemi cardiovascolari. Le persone affette da depressione presentano un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache come infarto, ictus e angina. La depressione può aumentare i livelli di cortisolo nel sangue e rendere iperattivo il sistema simpatico, provocando un aumento del rilascio di catecolamine come noradrenalina e serotonina. Questi possono causare tachicardia e alterazioni della frequenza cardiaca, aumentando il rischio di aritmie e trombosi, con una maggiore probabilità di manifestarsi nelle donne.

A confermare questo quadro è un nuovo studio condotto dall’American Heart Association, che ha esaminato i meccanismi di questa disparità di genere. Utilizzando gli archivi delle richieste di risarcimento di una compagnia assicurativa, sono stati identificati oltre 4 milioni di soggetti che rispondevano ai criteri dello studio. L’età media dei partecipanti era di 44 anni e la diagnosi di depressione è stata effettuata prima del controllo sanitario iniziale. I ricercatori hanno raccolto dati sull’indice di massa corporea (BMI), la pressione sanguigna e i valori ematici a digiuno utilizzando protocolli standardizzati.

Emersa una differenza statistica che riguardava le donne, i ricercatori hanno cercato di capirne la ragione. Un’ipotesi è che le donne potrebbero manifestare sintomi depressivi più gravi e persistenti rispetto agli uomini e potrebbero avere maggiori probabilità di soffrire di depressione durante periodi critici di cambiamenti ormonali, ad esempio la gravidanza o la menopausa. Le donne sembrano anche più suscettibili ai fattori di rischio cardiovascolare tradizionali quando sono depresse, ad esempio l’ipertensione, il diabete e l’obesità.

“Il nostro studio ha rilevato che l’impatto delle differenze di sesso sull’associazione tra depressione ed esiti cardiovascolari era coerente”ha commentato Hidehiro Kaneko, tra gli autori dello studio. “Una migliore comprensione dei meccanismi consentirà agli operatori sanitari di riconoscere l’importante ruolo della depressione nello sviluppo della malattia cardiovascolare e l’importanza di un approccio globale centrato sul paziente e sulla prevenzione. Valutare il rischio di malattie cardiovascolari nei pazienti depressi e trattare e prevenire la depressione può portare a una diminuzione dei casi di malattie cardiovascolari”.

Lo studio mostra comunque dei limiti. Non c’è dimostrazione chiara della causalità diretta fra depressione ed eventi cardiovascolari e non sono state valutate durata e gravità dei sintomi depressivi. Non sono neanche stati presi in considerazioni eventuali fattori confondenti come le condizioni socioeconomiche o il Covid.

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