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L’esercizio fisico, anche leggero, contrasta l’Alzheimer

Tempo di lettura: 2 minuti

Un nuovo studio clinico ha evidenziato che l’esercizio fisico, sia a bassa sia a moderata-alta intensità, rappresenta un valido alleato nella prevenzione della malattia di Alzheimer

Un nuovo studio clinico, realizzato dall’Università della California di San Diego in collaborazione con la Wake Forest University, suggerisce che l’esercizio fisico, sia a bassa sia a moderata-alta intensità, rappresenta un valido strumento nella prevenzione dell’Alzheimer. I risultati, pubblicati su Alzheimer’s and Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association, indicano che anche una leggera attività fisica può apportare benefici agli anziani sedentari affetti da lieve deterioramento cognitivo amnesico, considerato un importante fattore di rischio per lo sviluppo della demenza di Alzheimer.

Le persone affette da deterioramento cognitivo lieve amnesico, una condizione caratterizzata da disturbi della memoria e da un declino oggettivo delle funzioni mnemoniche, presentano un rischio elevato di sviluppare la malattia di Alzheimer: ogni anno circa il 16% di loro evolve verso la demenza. Lo studio EXERT ha coinvolto quasi 300 anziani sedentari con lieve deterioramento cognitivo, assegnati in modo casuale a un programma di allenamento aerobico a moderata-alta intensità oppure a un’attività di stretching, esercizi di equilibrio e mobilità articolare a bassa intensità. I partecipanti hanno svolto gli esercizi prescritti 3-4 volte alla settimana per un periodo di 12 mesi, durante il quale sono state effettuate valutazioni periodiche delle funzioni cognitive e del volume cerebrale.

Nei partecipanti allo studio EXERT, la funzione cognitiva è rimasta stabile per 12 mesi sia tra coloro che hanno svolto esercizi a bassa intensità sia tra chi ha seguito attività a moderata-alta intensità. Entrambe le modalità di esercizio si sono associate a un rallentamento significativo del declino cognitivo. Inoltre, in entrambi i gruppi si è osservata una tendenza a una minore perdita di volume cerebrale nell’arco di un anno, inclusa la regione della corteccia prefrontale.

“Questo è un momento critico per intervenire in questa popolazione, perché non soffre ancora di demenza, ma è ad altissimo rischio”spiega Aladdin Shadyab, autore principale di uno dei nuovi articoli e professore associato presso la Herbert Wertheim School of Public Health and Human Longevity Science and School of Medicine dell’UC San Diego. “Insieme – conclude – questi risultati ci mostrano che anche l’esercizio fisico a bassa intensità può rallentare il declino cognitivo negli anziani a rischio”.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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