Operatori sanitari in piazza per chiedere una maggiore tutela alle istituzioni e non mandare in tilt il sistema
È stato un week end caldo quello che si sta concludendo. Caldo dal punto di vista delle manifestazioni di protesta nelle piazze. Una di queste ha coinvolto medici e infermieri dei pronto soccorsi italiani che si sono ritrovati a Roma, nella piazza dei Santi Apostoli, per chiedere una riforma. Una corsa ai ripari per combattere la carenza d’organico che rischia di diventare cronica. Turni massacranti, sovraffollamento quotidiano e ambulanze costrette alle attese interminabili. Queste le situazioni denunciate e che devono essere assolutamente risolte. Nonostante siano passati un paio d’anni dall’inizio della pandemia, la situazione, purtroppo, resta ancora queste negli ospedali italiani. Le condizioni di lavoro restano difficili nei reparti di emergenza e d’urgenza.
“In Italia, nel 2019, si sono contati un totale di 24 milioni di accessi nel pronto soccorso, orientativamente un’emergenza ogni 90 secondi. Oggi non solo non diminuiscono, ma aumentano. Mancano all’appello 4mila medici che rappresentano il 30% della struttura organica necessaria per far funzionare in maniera adeguata i pronto soccorso”.
Parole importanti da parte del Simeu, la Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza. È indubbio che servano risorse e serve che le istituzioni ascoltino quelli che sono stati in prima linea nel corso della pandemia. Persone che hanno affrontato il picco della crisi senza mai risparmiarsi e senza i quali ci sarebbe il crollo dell’intero sistema.
Potrebbe anche interessare Impatto della pandemia sulle prestazioni sanitaria: il report di Gimbe