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Pazienti oncologici: fare sport riduce il rischio di metastasi

Tempo di lettura: 2 minuti

Gli effetti antitumorali dell’esercizio fisico sono davvero notevoli e aiuterebbero a rendere meno probabile l’insorgenza di metastasi in caso di cancro

È noto che l’attività sportiva apporti benefici alla salute. In particolare, fu una ricerca pubblicata su Cell Metabolism a suggerire che l’esercizio fisico possa ridurre la probabilità di sviluppare metastasi in caso di cancro. “C’è un accordo mondiale, come emerge da tutte le linee guida, nel sostenere come alcuni stili di vita siano fondamentali per abbassare l’incidenza di tante malattie croniche odierne – spiega al Corriere della Sera Armando Santoro, direttore del Cancer Center dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. “Infatti – aggiunge l’esperto – un’adeguata abitudine a praticare movimento non estremo associata a una corretta dieta e al mantenimento del normopeso, secondo i valori indicati dall’indice di massa corporea, sono fattori predittivi di riduzione del rischio di ammalarsi, di prognosi migliore, di impatto favorevole sulla possibilità di guarigione e, di conseguenza, di allungamento della vita”.

“L’esercizio fisico – prosegue Santoro – potrebbe avere un ruolo nel controllo della progressione del cancro attraverso un effetto diretto sui fattori intrinseci al tumore. Infatti, determina una regolazione sia fisica (aumento del flusso sanguigno, stress parietale a livello vascolare, crescita della temperatura e dell’attività simpatica), sia endocrina (rilascio di catecolamine e altre sostanze). Il tutto si traduce in un aumento dello stress metabolico, del danno cellulare e della produzione di radicali liberi che sembra essere in grado di attivare vie di segnalazione che impediscono la formazione di metastasi. Gli adattamenti cronici dell’allenamento comprendono, inoltre, alterazioni sistemiche con miglioramento della funzione immunitaria, riduzione dell’infiammazione sistemica e miglioramento della salute metabolica, fattori che possono proteggere anche il paziente oncologico”.

“Il movimento, infine, può svolgere ruoli diversi in tutto il continuum del cancro: ridurre il rischio nel periodo pre-diagnostico; migliorare la tolleranza e l’efficacia dei farmaci durante il trattamento; prevenire le ricadute, controllare gli effetti avversi dopo il trattamento antitumorale primario e ridurre il rischio di comorbidità. Insomma – conclude l’oncologo – il messaggio è: muoviamoci, anche 30 minuti al giorno, in base alla propria preparazione e al proprio stato di salute, confrontandoci con il proprio medico. L’attività fisica è un rimedio validissimo contro tutte le malattie croniche, tumori compresi”.

Fonte dichiarazioni: Corriere della Sera.

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