L’idea, come spiegato dal Ministro, è quella di far reclutare gli infermieri indiani direttamente dalle Regioni
A cura di Antonio Arigliani
Assumere dall’India 10.000 infermieri. È questa l’intenzione, annunciata in una recente intervista a ‘Repubblica’, del Ministro della Salute Orazio Schillaci. “Al recente G7 della Salute – ha dichiarato il Ministro – ho parlato con la viceministra indiana. Nel suo Paese ci sono ben 3,3 milioni di infermieri, tantissimi. Vogliamo portarne qua, intanto, circa 10.000. L’idea è di farli reclutare direttamente dalle Regioni e qualcuno si sta già muovendo per metterli in corsia, ad esempio la Campania. Noi facciamo da tramite, magari per verificare con le autorità consolari l’effettiva conoscenza della nostra lingua di chi vuole lavorare in Italia”.
“Sulla formazione personale – ha proseguito Schillaci – non ci sono problemi, in India è buona. Da noi mancano 30.000 infermieri e siamo tra gli Stati che li pagano peggio. Vanno rivalutati gli stipendi e date nuove mansioni. Rispetto al 2025 – aggiunge – ci saranno maggiori risorse (5 miliardi) e comunque spero si possano aggiungere fondi, come avvenuto quest’anno. L’obiettivo è portare a casa qualcosa di buono per il personale”.
Il Ministro, prima della Manovra ha annunciato un piano assunzioni per il 2025. “Avevo parlato di piano pluriennale. Del resto, le Regioni ci devono ancora mandare il loro di piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sulle liste di attesa. Ci devono ancora dire di quante risorse hanno bisogno”. E sulle liste d’attesa afferma: “Le Regioni non hanno ancora esaurito il miliardo stanziato negli anni scorsi per abbattere i tempi di attesa. Ci sono 200 milioni non utilizzati. Siamo disposti a dare nuove risorse, ma intanto usino quelle”.
La risposta del Sindacato Nazionale
La risposta di Nursing Up, il Sindacato Nazionale degli Infermieri, non si è fatta attendere con una nota del Presidente Antonio De Palma. “Anziché investire nei nostri professionisti – si legge nella nota – si cerca di tamponare la situazione con un accordo bilaterale per favorire l’ingresso di migliaia di infermieri dall’India, mentre ci sono migliaia di infermieri italiani sparsi per il mondo, che non aspettano altro che rientrare, se trattati dignitosamente. Bisogna ripensare alle priorità e investire nelle nostre risorse e nel nostro sistema sanitario, prima che la professione infermieristica diventi solo uno sbiadito ricordo”.
Di Palma tende inoltre a sottolineare che “non è colpa di una mancanza di talenti o vocazioni, ma delle condizioni precarie in cui gli infermieri sono costretti a lavorare, della scarsa valorizzazione professionale e dei salari inadeguati. È per questo che i giovani scelgono altre carriere. Ma il Ministro cosa fa? Annuncia – prosegue Di Palma – la firma di un accordo bilaterale con l’India per tappare temporaneamente i buchi, che di questo passo rischiano di trasformarsi in ‘voragini senza fondo’. Il tutto senza preoccuparsi del fatto che il problema in Italia è una carenza strutturale di infermieri, dovuta a trattamenti economico-contrattuali che li relega al terz’ultimo posto in Europa”.
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