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Approvata la prima terapia cellulare per il diabete di tipo 1

Tempo di lettura: 2 minuti

D’ora in poi il diabete di tipo 1 potrà essere curato non solo con l’insulina. La validità del trattamento è stata riconosciuta dalla Food and Drug Administration

Non soltanto l’insulina. D’ora in avanti il diabete di tipo 1, negli Usa, potrà essere curato (in seconda linea) anche in maniera radicale. O quasi, con l’infusione di isole pancreatiche prelevate da donatori deceduti, purificate in laboratorio e preparate per l’infusione. Uno studio portato avanti dall’azienda CellTrans, spin-off dell’Università dell’Illinois, ha messo a punto il trattamento con donislecel (Lantidra il nome commerciale) che standarizza la procedura di trapianto delle isole pancreatiche. La validità del trattamento è riconosciuta dalla Food and Drug Administration, che ha autorizzato la terapia per quei pazienti adulti non in grado di gestire i livelli di glicemia attraverso l’iniezione di insulina.

Una seconda possibilità

Latindra rappresenterà infatti la seconda possibilità per quei malati che “non sono in grado di raggiungere il target dell’emoglobina glicata – si legge dal sito dell’ente regolatorio statunitense. Alla base della risposta a quello che è a tutti gli effetti un trapianto allogenico, c’è la capacità che le cellule beta del pancreas hanno di continuare a produrre insulina anche una volta infuse in un altro organismo. La sicurezza e l’efficacia del trattamento sono state valutate in due studi non randomizzati a braccio singolo, in cui 30 pazienti con diabete sono stati trattati con un numero di infusioni di cellule beta pancreatiche purificate (direttamente nel tratto epatico della vena porta) compreso tra uno e tre.

Complessivamente, 21 persone non hanno più avuto bisogno di ricorrere all’insulina per almeno un anno. Risultato che in 11 casi si è protratto fino a cinque anni. E che in altri 10 è proseguito oltre. Da qui la convinzione che una sola infusione, ognuna delle quali contiene cellule beta pancreatiche proveniente da un unico donatore, possa essere sufficiente e che le successive siano necessarie soltanto in caso di una risposta non soddisfacente al primo trattamenti.

La terapia cellulare appena approvata negli States rappresenta un momento di svolta nella gestione del diabete di tipo 1. Una patologia che finora ha potuto fare affidamento esclusivamente sull’insulina.


Fonte.

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