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Tumore al colon nei giovani: uno studio per scoprirlo prima

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Il cancro al colon sta colpendo sempre più frequentemente fasce di età più giovani. Un nuovo studio italiano può rappresentare una svolta

Il tumore al colon è sempre più ‘giovanile’. Una situazione che desta sempre più preoccupazione. Su questo fenomeno, un gruppo di ricercatori italiani provenienti da diversi centri e coordinati da Alberto Bardelli e Salvatore Siena, sta lavorando per approfondire le caratteristiche biologiche di queste neoplasie. Lo studio, chiamato Iang-Crc e guidato dall’Oncologia Falck del Grande ospedale Metropolitano Niguarda con il sostegno finanziario dalla Fondazione Regionale Ricerca Biomedica, è stato pubblicato sulla testata scientifica Cell.

“Le differenze molecolari tra i tumori del colon-retto a insorgenza precoce e quelli in età avanzata sono ancora oggi poco definite. Per identificarle, è in corso un importante studio italiano che mira a caratterizzare queste neoplasie con un approccio multi-omico, che si basa sull’integrazione di diversi livelli di analisi molecolare, dalla genomica alla metabolomica, per raggiungere una visione più completa dei meccanismi biologici alla base della malattia. L’obiettivo di questo progetto di ricerca pionieristico, che vede quotidianamente impegnati ricercatori clinici, computazionali e traslazionali, è di sviluppare in futuro approcci diagnostici e terapeutici innovativi – spiegano gli esperti coinvolti nello studio.

“Questo articolo scientificospiega Alberto Bardelliapre una prospettiva nuova, suggerendo come i tumori del colon-retto in individui giovani potrebbero crescere più velocemente rispetto a quelli insorti in soggetti di età avanzata. Pur seguendo la stessa strada genomica della maggior parte dei tumori del colon-retto – prosegue l’esperto – potrebbero infatti crescere più rapidamente. Diventa quindi prioritario comprendere se i tumori in età precoce seguano il modello classico di sviluppo lento (5-10 anni) descritto da Vogelstein (sul Nejm nel 1988) o se presentino caratteristiche biologiche uniche che ne giustifichino una crescita accelerata“.

Anticipare gli screening potrebbe non bastare

Un’importante considerazione riguarda la possibilità di anticipare l’indicazione allo screening del tumore del colon-retto nei più giovani. “Infatti – commenta Salvatore Siena, docente di oncologia medica alla Statale di Milano – sebbene gli screening abbiano migliorato la diagnosi precoce negli adulti sopra i 50 anni, i giovani adulti restano esclusi dai programmi di prevenzione”.

Per affrontare tale problematica, una prima proposta giunta dagli USA è quella di anticipare le procedure di screening sempre più precocemente. “Tuttavia – prosegue Siena – secondo la nostra ipotesi la crescita dei tumori del colon-retto a insorgenza giovanile, o almeno di una parte di essi, potrebbe essere troppo rapida per essere intercettata dai normali programmi di prevenzione, seppur anticipati. In quest’ottica emerge con particolare importanza l’esigenza di sviluppare approcci specifici per i tumori del colon-retto a insorgenza precoce“.

Stimare l’età del cancro utilizzando i dati genomici dei tumori potrebbe chiarire l’utilità o meno degli screening precoci: “Se confermata sperimentalmente conclude Bardelli questa ipotesi potrebbe rappresentare una chiave di volta per identificare nuove strategie di diagnosi precoce per i tumori del colon-retto giovanile. La diagnosi precoce e la disponibilità di screening rimangono fondamentali per migliorare la prognosi e le opzioni di cura per queste patologie”.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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