Il problema del rapporto tra i giovani e il sistema sanitario è un dato a tratti allarmante. A parlarne è una nuova indagine della Fondazione Gimbe
A cura di Davide Pezza
Titolo elaborato: Un giovane su 5 non conosce il proprio medico di famiglia
I giovani italiani navigano a vista nel sistema sanitario: quasi il 20% non conosce il proprio medico di base, la metà ignora il meccanismo del ticket e oltre otto su dieci non hanno mai aperto il Fascicolo sanitario elettronico. Parallelamente, quattro ragazzi su dieci si rivolgono all’intelligenza artificiale per informazioni mediche, esponendosi al rischio di fake news sulla salute. L’allarme emerge da una ricerca di Fondazione Gimbe che ha coinvolto più di 4200 maturandi di tutta Italia, realizzata per il progetto educativo “La Salute tiene banco“, sostenuto da una campagna di crowdfunding in corso fino al 13 giugno. “La difesa del diritto costituzionale alla tutela della salute” – afferma Nino Cartabellotta, presidente Gimbe. “Deve coinvolgere anche le nuove generazioni, già a partire dall’età scolastica” – ha aggiunto.
Alcuni numeri
Durante 33 incontri in 30 istituti scolastici tra ottobre 2024 e marzo 2025, i ragazzi hanno risposto a quiz interattivi su funzionamento del Ssn, prevenzione, uso di strumenti digitali. L’83% dichiara di aver già incontrato il proprio medico di famiglia, il 16,7% non sa chi sia. Per Cartabellotta il passaggio da pediatra a Mmg, oggi semplice atto amministrativo al 14° anno, “deve trasformarsi da procedura burocratica in un percorso guidato“. Il 53,6% dichiara di non sapere a cosa serva il ticket sanitario. L’82,3% non ha mai utilizzato il Fse, un “campanello d’allarme” sulla “scarsa conoscenza di uno strumento digitale strategico” e sulla “assenza di percorsi educativi sulla gestione consapevole della salute”.
Il 37,2% degli studenti usa quotidianamente ChatGpt o simili, e il 36,5% sporadicamente. Ciò “rende prioritario integrare nei percorsi scolastici l’educazione all’uso responsabile di queste tecnologie”, spiega ancora il presidente Gimbe, che ricorda come “senza adeguate competenze, l’IA rischia di diventare veicolo di disinformazione“.
I ragazzi dimostrano poi di non conoscere i programmi di screening gratuito offerti dal Ssn, di avere convinzioni errate sui controlli periodici e sull’uso di antibiotici, ma anche di essere in larga parte consapevoli delle disuguaglianze regionali. “La survey – conclude Cartabellotta – conferma la necessità di trasferire già in età scolastica una solida cultura della prevenzione, della promozione della salute e dell’uso consapevole del Ssn“.
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