Questa tipologia di vaccini mira a prevenire lo sviluppo dei tumori, oppure a curarli, mediante la stimolazione delle difese immunitarie contro le cellule tumorali
A cura di Antonio Arigliani
Negli ultimi trent’anni si è sviluppata sempre di più, in ambito oncologico, una strategia che prende il nome di immunoterapia attiva. Quest’ultima si basa sull’impiego dei cosiddetti vaccini antitumorali, i quali agiscono stimolando le difese immunitarie contro le cellule tumorali, in particolare generando la risposta antitumorale da parte di alcune cellule del sangue: i globuli bianchi (leucociti). Bisogna però fare una distinzione di base, ovvero separare i cosiddetti vaccini preventivi dai vaccini terapeutici: i primi mirano appunto a prevenire lo sviluppo dei tumori, mentre i secondi a curarli.
I vaccini antitumorali preventivi
I vaccini antitumorali preventivi sono diretti contro gli agenti infettivi che possono causare alcuni tipi di tumori. Ad esempio, la vaccinazione contro il virus dell’epatite B (HBV) può prevenire sia l’infezione, sia il tumore ad esso correlato, ovvero quello del fegato. Il vaccino è costituito da una molecola presente sulla superficie del virus prodotta in laboratorio. Allo stesso modo la vaccinazione contro il virus del papilloma umano (HPV), responsabile tra gli altri del tumore del collo e di alcuni tumori della bocca, può prevenire sia l’infezione, sia lo sviluppo dei tumori.
In Italia la vaccinazione contro il virus dell’epatite B viene effettuata nei bambini nel corso del primo anno di vita. Per quanto riguarda invece il vaccino contro l’HPV, questo è disponibile in Italia per le ragazze che hanno compiuto 11 anni. Inoltre, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale estende la vaccinazione anche ai maschi nel corso del dodicesimo anno.
I vaccini antitumorali terapeutici
I vaccini antitumorali terapeutici inducono o stimolano nuovamente le risposte immunitarie nei confronti di un tumore già sviluppato nell’organismo, al contrario quindi di quelli preventivi. Il vaccino può essere costituito da cellule tumorali uccise, fonti di antigeni, oppure da uno o più antigeni purificati provenienti dalla cellula tumorale del malato o prodotti in laboratorio. Essi vengono iniettati nel malato per stimolare la risposta dei linfociti contro gli antigeni e, di conseguenza, contro la cellula tumorale. Per ottenere una efficace risposta antitumorale da parte dei linfociti, gli antigeni devono essere riconosciuti e presentati ai linfociti stessi da particolari cellule del sistema immunitario chiamate cellule dendritiche.
Negli ultimi anni, molteplici sforzi hanno riguardato lo sviluppo di vaccini antitumorali basati su cellule dendritiche. Un vaccino di questo genere può essere preparato in determinati laboratori altamente specializzati. La preparazione avviene usando le cellule dendritiche del malato, le quali vengono prima prelevate, poi stimolate con agli antigeni tumorali e infine iniettate nuovamente nel malato. In altri approcci, le cellule dendritiche del malato vengono invece iniettate direttamente nel tumore preventivamente trattato con terapie (chemioterapia e radioterapie su tutte) in grado di uccidere le cellule tumorali. In quest’ultimo caso, la stimolazione antigenica delle cellule dendritiche, necessaria per l’attivazione dei linfociti contro il tumore, avviene direttamente nel malato.
Una nuova frontiera dell’oncologia?
In conclusione, il sistema immunitario ha il potenziale di eliminare i tumori. Lo scopo dei vaccini anticancro/terapeutici è addestrare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere le cellule tumorali. Il riconoscimento si basa sulla presenza di particolari molecole già menzionate, gli antigeni. Molti altri vaccini terapeutici (detti anche vaccini anticancro) sono in fase di studio. Tra questi, molti riguardano il tumore della mammella, come descritto in modo dettagliato in un articolo pubblicato nel 2021 sulla rivista International Journal of Molecular Science. Il campo dei vaccini antitumorali è ampiamente considerato da molti come la nuova frontiera dell’oncologia. Molti studi oncologici continuano ad insistere su questo tema con la speranza che si possa concretizzare un efficace antidoto contro buona parte dei tumori esistenti.
Bibliografia: 1) https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/vaccini-anticancro
3) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24673373/
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