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Aborto, Parlamento UE: “Ogni persona ha diritto all’aborto sicuro e legale”

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Approvata nuova risoluzione per la presentazione al Consiglio europeo di una proposta intesa a modificare l’articolo 7 della Carta dei diritti fondamentali della UE

Il Parlamento europeo ha approvato nella giornata di ieri una nuova risoluzione dopo quella del 9 giugno scorso. Si condanna nuovamente con fermezza “il deterioramento della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne nei Usa e in alcuni paesi Ue”. La risoluzione ha visto l’approvazione con 354 voti favorevoli, 155 contrari e 38 astensioni. Il testo rimarca inoltre la necessità di tutelare il diritto all’aborto e la salute delle donne nell’Ue. Il fine è quello di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

Nella risoluzione, i deputati affermano che occorre assolutamente presentare al Consiglio europeo una proposta intesa a modificare l’articolo 7 della Carta. Questo perché ogni persona ha diritto all’aborto sicuro e legale”. Ora, si attende che il Consiglio si riunisca per convocare una Convenzione per la revisione dei trattati, come già ribadito nella risoluzione del 9 giugno. I deputati esprimono “piena solidarietà e sostegno alle donne e alle ragazze negli Stati Uniti. Nonché a coloro che sono coinvolti nella prestazione e nella promozione del diritto e dell’accesso all’assistenza legale e sicura dell’aborto in circostanze così difficili.

“Esortiamo i Paesi UE a depenalizzare l’aborto”

Nel testo si manifesta anche “preoccupazione per un possibile aumento del flusso di denaro per il finanziamento di gruppi anti-genere e anti-scelta nel mondo e in Europa. Esortiamo i Paesi UE – si legge – a depenalizzare l’aborto, a eliminare e combattere le rimanenti restrizioni giuridiche, finanziare, sociali e pratiche in alcuni Stati membri”. Infine, secondo la risoluzione approvata, “la Commissione e gli Stati membri dovrebbero intensificare il loro sostegno politico a favore dei difensori dei diritti umani. Sostegno che deve essere a favore anche dei prestatori di assistenza sanitaria che lavorano per far progredire la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti”. 

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