In base agli studi clinici l’aggiunta del nuovo farmaco ha ridotto del 36% il rischio di morte, con un miglioramento di oltre 6 mesi della sopravvivenza globale
La combinazione tra un anticorpo monoclonale ed un nuovo farmaco ‘coniugato’ migliora in modo sostanziale la sopravvivenza nelle pazienti con tumore al seno metastatico e bassa espressione della proteina Her2 (Her2 low). È per questo motivo che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha appena approvato la rimborsabilità di trastuzumab-deruxtecan (nome del nuovo farmaco ‘coniugato’) come monoterapia per il trattamento di pazienti adulte con cancro della mammella Her2 low metastatico, che hanno ricevuto precedente chemioterapia o che hanno sviluppato recidiva della malattia durante o entro 6 mesi dal completamento della chemioterapia adiuvante.
Come riportato dallo studio di fase 3 Destiny-Breast04, pubblicato sul New England Journal of Medicine, l’anticorpo farmaco-coniugato ha ridotto del 36% il rischio di morte, con un miglioramento di oltre 6 mesi della sopravvivenza globale. Solo nel 2023, in Italia, sono stimati circa 55.900 nuovi casi di tumore al seno e circa 52.000 persone vivono con la malattia metastatica.
Parola all’esperto
“Trastuzumab deruxtecan appartiene alla categoria degli anticorpi farmaco-coniugati, cioè è costituito da un anticorpo diretto contro il recettore Her2, espresso sulle cellule tumorali, e da un potentissimo chemioterapico legato a questo anticorpo: il risultato è traghettare all’interno delle cellule questo chemioterapico che porta a morte cellulare, limitando l’esposizione dei tessuti normali” – spiega Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo mammella dell’IRCSS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
“Questa terapia estremamente innovativa – prosegue l’esperto – supera il dogma, precedentemente definito nel tumore della mammella, secondo cui le terapie anti-Her 2 funzionano solo nei carcinomi Her2 positivi, che esprimono livelli molto alti di questo recettore, espandendo gli orizzonti della cura a pazienti precedentemente escluse dai benefici delle terapie Her2 mirate. Nello studio, che ha coinvolto 557 pazienti, trastuzumab deruxtecan ha ridotto del 50% il rischio di progressione rispetto alla chemioterapia e aumentato la sopravvivenza globale”.
Fonte dichiarazioni: Ansa.it
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