Un nuovo studio ha indagato sulle cause che porterebbero i sopravvissuti a un tumore in età pediatrica ad essere nuovamente colpiti
Un recente studio ha condotto un’analisi dettagliata sulle possibili ragioni che potrebbero aumentare il rischio di ricaduta per i sopravvissuti che hanno affrontato un cancro infantile, esaminando attentamente le diverse variabili e fattori che potrebbero influenzare tale ricorrenza. La scoperta è stata il nesso tra i punteggi di rischio poligenico (PRS), l’esposizione a radioterapia e, appunto, il rischio di recidiva per questa tipologia di pazienti. In altri termini, genetica e radioeterapia sarebbero i fattori chiave. Lo studio è firmato da un gruppo di ricercatori dei ‘National Institutes of Health’ di Bethesda guidati dall’esperto Todd M. Gibson. I risultati sono visibili sulla prestigiosa rivista ‘Nature Medicine’.
Dalla ricerca è emerso che alcuni punteggi di rischio poligenico specifici per il cancro mostrano un’associazione significativa con un aumentato rischio di sviluppare diversi tumori. Tra questi il carcinoma basocellulare, il carcinoma mammario, il carcinoma della tiroide, il carcinoma a cellule squamose ed il melanoma. Non è stata, invece, riscontrata alcuna associazione significativa con il cancro colorettale. Ma la scoperta maggiormente significativa è che la combinazione tra alti PRS e l’esposizione alla radioterapia aumenta ancora di più il rischio per alcuni tipi di cancro, suggerendo quindi un effetto sinergico tra fattori genetici e trattamenti precedenti.
Per i sopravvissuti trattati con radioterapia, l’incidenza cumulativa di cancro successivo all’età di 50 anni è più alta nei soggetti con PRS elevati rispetto a quelli con PRS bassi. Si tratta di risultati che sottolineano il potenziale dei PRS nell’individuazione dei sopravvissuti al cancro infantile a maggior rischio di sviluppare tumori secondari, ipotizzando un possibile impiego per uno screening maggiormente personalizzato.
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