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Covid-19: è allarme per la nuova variante Gryphon

Tempo di lettura: 3 minuti

Negli Stati Uniti in un solo mese si è verificata una crescita spaventosa del numero dei contagi totali: dal 4% al 41%


Il ceppo XBB.1.5 del Covid, ormai conosciuto col nome di variante ‘Gryphon’, corre sempre di più negli Stati Uniti. In una sola settimana, la nuova variante, ha raddoppiato i suoi contagi e nel giro degli ultimi 30 giorni nel Paese a stelle e strisce si è passati dal 4% al 41% di casi totali. Numeri spaventosi che sottolineano l’aggressiva contagiosità della nuova variante, come confermato da numerosi esperti. 

Eric Topol, direttore dello Scripps Research Translational Institute della California ha evidenziato la situazione in un post su Twitter. “Di tutte le varianti nel mix attuale – ha spiegato l’esperto – XBB.1.5 ha il maggior vantaggio di crescita rispetto alla conosciuta Omicron 5. In generale è la più veloce di qualsiasi delle varianti dalla prima ondata di Omicron”. Topol, attraverso un’immagine, ha inoltre mostrato la netta differenza di crescita, relativa allo Stato di New York e al mese di dicembre, tra Griphon e la sottovariante BQ.1.1, anche conosciuta come Cerberus.

Una situazione confermata anche dalla CDC – Centers for Disease Control and Prevention, importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli States. Nella nuova sorveglianza genomica (che puoi visualizzare qui) diffusa dall’ente regolatore si registra una forte crescita di diffusione di Gryphon rispetto a Cerberus, che invece appare con un dominio stabile. A fare da eco, anche il professore e biologo Ryan Gregory“Lo dirò di nuovo. La variante XBB è assolutamente alle stelle nel nostro Paese e si sta diffondendo a livello globale. Si sta evolvendo non in Cina ma negli Stati Uniti d’America e questo è bene che sia chiaro”– ha ribadito l’esperto. 

Ecco come è nata la nuova variante

Ma da dove nasce Gryphon e perché preoccupa? Nello sciame di sottovarianti legate a Omicron, è da poco apparso anche quello denominato XXB. Secondo gli scienziati sarebbe il risultato di una fusione di due diverse sottovarianti conosciute con la sigla BA.2.10.1 e BA.2.73. Quello che è successo, in buona sostanza, è che un paziente è stato nello stesso tempo infettato dai due lignaggi differenti i quali, nel processo di replicazione all’interno dell’organismo, si sono uniti dando vita a Gryphon. Questa nuova sottovariante è descritta dall’Oms con un profilo genetico riconducibile a Omicron ma con molte mutazioni su Spike (nota proteina utilizzata come ‘gancio’ da Sars-Cov-2 per diffondersi nell’organismo). 

Per quanto concerne i sintomi, al momento i dati disponibili non sembrano rilevare una maggiore aggressività sull’organismo. I principali effetti di Gryphon sono forte mal di gola, tosse, dolori diffusi, febbre, sensazione di stanchezza e generale aggressione delle alte vie respiratorie. La preoccupazione rimane quella di una sottovariante molto abile nel superare gli ostacoli creati dall’immunità vaccinale e quindi potenzialmente in grado di generare un’eventuale forma grace della malattia nei soggetti fragili. 

La situazione in Italia

E in Italia? Su Gryphon al momento non appare nessun allarme di diffusione. È l’Istituto superiore di sanità (Iss) a illustrare la situazione nel nostro Paese: “Si continua a monitorare la circolazione del ricombinante XBB, recentemente definito Gryphon, e i suoi sottolignaggi – spiega l’istituto. Sono considerati da diverse settimane varianti di interesse per la presenza di mutazioni associabili a capacità di immuno-evasione. Al momento le sequenze presenti nella piattaforma sono pari al 2% del totale, un valore sostanzialmente stabile rispetto al bollettino di novembre”. 

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Gryphon
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