Proposta e raccolta firme della Fondazione AIOM per un diritto per gli ex malati oncologici
Un milioni di italiani circa sono guariti da un tumore ma per la burocrazia sono ancora dei malati. E questo comporta una sorta di discriminazione nell’accesso ai servizi come mutui, stipula di assicurazioni sulla vita, adozione di figli o assunzione per un posto di lavoro. Per questo la fondazione AIOM ha lanciato la prima campagna per il Diritto all’oblio oncologico e una raccolta firma per richiedere una legge ad hoc. Il provvedimento potrebbe permettere di non essere considerati malati oncologici dopo 5 anni dalla fine delle cure se il tumore si è sviluppato da bambini e dopo 10 anni se insorto da adulti.
Un’esigenza sorta per evitare che si generi una discriminazione dopo aver superato la malattia. Per richiedere alcuni servizi, infatti, serve dichiarare, nonostante la guarigione, se si è avuto un cancro.
“Le persone guarite dal cancro – ha affermato Giordano Beretta, presidente della Fondazione AIOM ad Ansa – devono essere libere di guardare il futuro senza l’ombra della malattia. Ad oggi sono 3.6 milioni le persone che convivono con questa diagnosi e un 27% di essi è guarito. Molti pazienti vengono curati, altri si cronicizzano. Potrebbe essere un beneficio questo provvedimento. Tutti hanno bisogno di ritornare a una vita dignitosa ma soprattutto si deve eliminare quel connubio tra cancro e morte”.
“La situazione che vivono molti ex pazienti – incalza Antonella Campana, vicepresidente della fondazione AIOM e membro del coordinamento volontari IncontraDonna – non è più accettabile. La tutela dei diritti dei pazienti oncologici passa anche attraverso il riconoscimento giuridico di una guarigione dal cancro”.
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