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Tasso di ospedalizzazione, in un anno il crollo della percentuale

Tempo di lettura: 2 minuti

Il vaccino ha portato al calo del tasso: dal 4.7% del 2021 all’attuale 0.7%

I casi di positività sono in costante aumento anche se, da ogni parte, c’è l’annuncio di un picco sempre più vicino. Cambiano i dati percentuali però. La differenza sostanziale sta nel numero dei ricoveri che è diminuito di dieci volte rispetto allo scorso anno. In questo stesso periodo. E, ancora più importante, nel tasso di ospedalizzazione. Nel gennaio del 2021 i nuovi casi erano oltre13mila, oggi si parla di oltre 188mila. Numeri molto diversi ma i ricoveri in terapia intensiva sono di meno adesso rispetto ad allora. Sempre mettendo a confronti i due diversi periodi: gennaio 2021 contava 2461 ricoveri in intensiva (oggi 1698), oltre 22mila nei reparti ordinari (oggi oltre 19mila). Infine i decessi in anno fa erano 524 con un picco di mille a novembre del 2021, oggi sono 385.

Il dato che segna la maggiore differenza, nell’arco dei 365 giorni, però, è quello legato alla percentuale di ospedalizzati. Un anno fa, di questi tempi, il 4.7% di quelli definiti nel bollettino ‘attualmente positivi’ erano in ospedale, rianimazione compresa. Oggi aumentano i positivi, oltre due milioni, ma solo lo 0.7% si trova in ospedale. La restante parte sta affrontando il covid a casa. Un tasso di ospedalizzazione che è sceso sensibilmente.

Numeri che si spiegano con la variante Omicron, sicuramente più contagiosa ma meno letale. Ma la considerazione importante nasce anche dal fatto che i vaccini stanno producendo l’esito che tutti si aspettavano.

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