Tanti i temi trattati nel corso del Congresso Nazionale della SIFO a Roma
Una tre giorni all’insegna del dialogo e del confronto con un focus su tutti: la figura del farmacista ospedaliero. Il centro del dibattito all’interno del XLII Congresso Nazionale della SIFO che si è tenuto a Roma, all’Hotel Rome Cavalieri, dal 14 al 17 di ottobre. Il tema era “Il farmacista promotore e interprete del cambiamento, dell’emergenza, della pianificazione”.
Un’occasione di confronto ma, soprattutto, il contributo di ogni singolo partecipante al potenziamento del sistema sanitario. Con l’obiettivo di garantire un bene comune e una crescita del Paese. E questo evento va a incentrarsi all’interno di un periodo pandemico. Questo ne fa assumere maggiore importanza alla figura del farmacista che deve diventare centrale all’interno del sistema.
Tanti partecipanti, tanti personaggi autorevoli che hanno saputo cogliere l’attenzione dei presenti affrontando diversi temi di stretta attualità e di programmazione futura. Un insieme di idee e obiettivi da centrare nel breve e medio termine. L’obiettivo del Congresso 2021 è dunque quello di imprimere, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione, un’accelerazione alla volontà della SIFO di aprirsi all’esterno. Alla necessità di coinvolgere le Istituzioni ai massimi livelli, di costruire un filo diretto con i vari stakeholder (clinici, organizzazioni, cittadini, pazienti, accademia, aziende). Di ideare, presentare e realizzare nei territori progetti innovativi, di programmare il futuro per guidare la rinascita del Paese nel settore sanitario e farmaceutico. Di coinvolgere i media generalisti e specializzati, insieme ai più autorevoli giornalisti, in una riflessione sul SSN.
Il ruolo del farmacista ospedaliero è diventato sempre più importante nel corso degli ultimi anni
Il ruolo centrale dell’assistenza farmaceutica nel corso della lunga emergenza pandemica ha diverse sfaccettature. Nelle attività di prevenzione e protezione delle strutture sanitarie territoriali ed ospedaliere. Inoltre nella ricerca, sperimentazione, preparazione e somministrazione di terapie innovative e d’avanguardia. E infine durante quella campagna vaccinale che sta restituendo al Paese fiducia e speranza nel futuro. Tutto ciò pone la professione al centro del dibattito politico, culturale e istituzionale.
Non solo, diventa anche di fondamentale importanza riuscire a sfruttare pienamente le ingenti risorse del PNRR per l’Italia e del Recovery Fund sulla sanità. La digitalizzazione, l’ambiente, il sociale e la ricerca, sono i fattori cruciali, le sfide centrali per assicurare il bene comune. E garantire il diritto inalienabile alla salute degli individui.
E proprio in tema istituzionale, va colto positivamente l’intervento di Andrea Mandelli, vicepresidente della Camera e presidente dei farmacisti, che ha ringraziato l’intera categoria per la capacità dei farmacisti ospedalieri di essere al centro della pandemia con risposte concrete, misurate e indispensabili. Il tutto senza gravare sui bilanci, come affermato da Giordano Beretta, Presidenza Nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica, UOC Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo), ma con una grande attenzione, tenendo conto del fatto che il paziente non deve essere scontentato.
L’obiettivo del Congresso è rendere il farmacista il cuore del team multidisciplinare a partire dalla fase di sperimentazione del farmaco
Paziente che ha dovuto imparare a convivere con un nuovo virus e farmacisti che hanno, invece, dovuto imparare a trattare nuovi farmaci, come ha spiegato Marcello Pani (UO Farmacia Ospedaliera, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Roma – Segretario Nazionale SIFO). E proprio per questo, diventa importante il concetto di multidisciplina col farmacista che deve integrarsi nel team fin dalla fase della sperimentazione del farmaco.
Molto interessante anche l’intervento di Nello Martini della fondazione ReS Ricerca e Salute, secondo il quale “la medicina sta affrontando tre grandi cambiamenti: la medicina di prossimità, la medicina rigenerativa e quella mutazionale. Diventano importanti anche le case della salute, quelle di comunità e i centri operativi territoriali: le tre grandi proposte del momento. E la figura del farmacista deve esserne il centro viste le sue funzioni trasversali“.
E allora ecco che emerge, dopo una tre giorni del genere, quello che deve essere il ruolo del farmacista ospedaliero e dei servizi territoriali. Temi a cuore del presidente Arturo Cavaliere. Portatori di valori, di professionalità, di proposte, possono essere un approdo sicuro, una forza propulsiva della sanità italiana per consentire un ammodernamento del settore e cogliere tutte le opportunità che vengono da più parti, dall’interno della professione e da tutti gli stakeholder del settore, industrie farmaceutiche, farmacisti sul territorio (farmacie aperte al pubblico e al servizio del cittadino), medici di medicina generale, medici ospedalieri e specialisti. Identificare specifiche proposte da presentare alle istituzioni nazionali, saper cogliere le opportunità nella fase post Covid. Essere protagonisti del rilancio e della rinascita del Paese. Il tutto nell’ottica della promozione del ruolo del farmacista nel sistema sanitario nazionale e nella costruzione del nuovo modello di cura e di assistenza.
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