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Il reflusso gastroesofageo: quando mangiare diventa una sfida

Tempo di lettura: 4 minuti

Una patologia sempre più comune derivante da una serie di elementi che vanno oltre la semplice dieta. Vediamo in cosa consiste il reflusso gastroesofageo e come fare per combatterlo

Il reflusso gastroesofageo, un disturbo comune che coinvolge l’irritante contatto dei succhi gastrici con l’esofago, può trasformare il piacere di un pasto in una sfida. Questa condizione, che affligge circa il 10-20% degli europei, può causare bruciore di stomaco e rigurgito acido, disturbando il conforto quotidiano. Mentre alcuni sintomi, come il bruciore retrosternale e il sapore amaro in bocca, sono facilmente riconoscibili, altri, come tosse persistente e mal di gola, possono essere più insidiosi. Sebbene piccole modifiche nello stile di vita e l’uso di farmaci da banco possano alleviare i sintomi occasionali, la malattia diventa problematica quando diventa un compagno quotidiano. In una percentuale significativa di casi, il reflusso gastroesofageo può portare a complicazioni come erosioni esofagee e ulcere, mettendo a dura prova la salute e la qualità della vita.

Il reflusso gastroesofageo: una complessa interazione di fattori

Il reflusso gastroesofageo è una condizione multifattoriale, influenzata da una serie di elementi che vanno oltre la semplice dieta. Fattori alimentari, anatomici, funzionali, ormonali e farmacologici si intrecciano per creare un ambiente che favorisce il ritorno dei succhi gastrici nell’esofago.

Al centro di questo processo si trova lo sfintere esofageo inferiore, una sorta di valvola che regola il flusso tra esofago e stomaco. La sua capacità di mantenere una pressione adeguata è fondamentale per prevenire il reflusso. Tuttavia, questa pressione può diminuire durante la deglutizione o in altre situazioni fisiologiche, consentendo ai contenuti gastrici di risalire nell’esofago.

Quando questa risalita diventa eccessiva in quantità e durata, si manifesta la malattia da reflusso gastroesofageo. Questo squilibrio può essere influenzato da molteplici fattori, come le abitudini alimentari, gli ormoni circolanti e addirittura l’assunzione di determinati farmaci. Alcuni gruppi, come le persone in sovrappeso o le donne in gravidanza, possono essere particolarmente predisposti a questa condizione a causa dell’aumento della pressione intra-addominale. In sintesi, il reflusso gastroesofageo non è semplicemente una questione di ciò che si mangia, ma piuttosto una complessa interazione di molteplici variabili che possono influenzare la salute dell’apparato digerente.

Riconoscere i segnali

I sintomi del reflusso gastroesofageo possono manifestarsi in modi diversi, alcuni dei quali possono essere meno evidenti ma comunque fastidiosi. Tra i sintomi tipici, il bruciore retrosternale, conosciuto come pirosi retrosternale, è uno dei più comuni, spesso accompagnato dalla sensazione di liquido acido o amaro in bocca, nota come rigurgito acido. Questi sintomi possono comparire durante il giorno in modo continuo o in maniera intermittente, con picchi al risveglio, dopo i pasti e durante la notte, solitamente tra mezzanotte e le prime ore del mattino, o in posizioni specifiche come sdraiati o piegati in avanti.

Tuttavia, la patologia può anche presentarsi con sintomi “atipici”, che possono essere più sfumati ma altrettanto fastidiosi. Questi includono sensazioni di nodo alla gola con difficoltà nella deglutizione, nausea, tosse cronica, raucedine, singhiozzo, e persino manifestazioni come asma, dolore toracico che può essere confuso con problemi cardiaci, otite media e difficoltà ad addormentarsi. Riconoscere questi segnali può essere cruciale per affrontare la condizione in modo tempestivo e migliorare la qualità della vita.



Esami e procedure

Riconoscere il reflusso gastroesofageo va oltre l’identificazione dei sintomi tipici. Sebbene il bruciore retrosternale e il rigurgito acido siano indicatori comuni, in alcuni casi possono essere necessari ulteriori approfondimenti per una diagnosi accurata. Se i sintomi persistono nonostante una terapia iniziale con farmaci per il reflusso o se compaiono segnali di avvertimento come perdita di peso, debolezza o anemia, possono essere raccomandati alcuni test diagnostici.

Tra gli esami utili per la diagnosi della patologia vi sono:

Esame Radiologico del Tubo Digerente: Questa procedura coinvolge la somministrazione di una piccola quantità di liquido di contrasto al paziente, consentendo ai medici di visualizzare l’anatomia e la funzione dell’esofago, dello stomaco e delle prime parti dell’intestino tenue.

Gastroscopia (EGDS): Attraverso l’introduzione di uno strumento flessibile dotato di telecamera nell’esofago, nello stomaco e nel duodeno, è possibile esaminare direttamente le pareti dell’apparato digerente. Questo strumento permette anche di prelevare piccoli campioni di tessuto per ulteriori analisi (biopsie).

Manometria Esofagea: Questa procedura coinvolge l’introduzione di una sonda attraverso il naso del paziente, permettendo ai medici di valutare eventuali anomalie nella motilità dell’esofago, come problemi di peristalsi.

pH-Impedenziometria delle 24 Ore: Questa tecnica comporta l’inserimento di un sottile sondino nasale connesso a un registratore portatile, che monitora la quantità di materiale refluito nell’esofago nell’arco di 24 ore, sia acido che non acido. Questi test aiutano i medici a comprendere meglio la natura e la gravità del Reflusso Gastroesofageo, consentendo di pianificare un trattamento mirato e personalizzato per ciascun paziente.

Le misure di prevenzione del reflusso gastroesofageo consistono nel mantenere o perseguire un peso corporeo idoneo e nel condurre una dieta equilibrata, evitando, se si è predisposti al reflusso, alimenti ricchi di grassi o “reflussogeni” (che possano favorire il reflusso, come cioccolata, menta, caffè, alcolici, pomodoro, agrumi, cibi fritti).

Gastrolaryn, la nuova soluzione per il reflusso

Gastrolaryn rappresenta un innovativo integratore alimentare progettato per alleviare i sintomi associati al reflusso gastroesofageo e laringofaringeo. Questo nuovo prodotto si distingue per la sua capacità di contrastare efficacemente la risalita del contenuto gastrico verso l’esofago, nonché di inibire l’attività della pepsina. Grazie alla sua formulazione avanzata, Gastrolaryn protegge la mucosa sia gastroesofagea che laringofaringea, contribuendo al controllo dell’acidità gastrica e al miglioramento della funzione digestiva. Questi benefici sono il risultato della combinazione sinergica dei suoi componenti principali, tra cui il sodio alginato, la musa paradisiaca, l’acido ialuronico, l’altea e la cheratina. Completano la formulazione la gomma di xantana e il polimero HPMC per un effetto filmante e mucoadesivo del prodotto.

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