Il fumo rappresenta il principale pericolo di infarto negli under 50. Pericolose anche le sigarette elettroniche
A cura di Davide Pezza
Titolo elaborato – Infarto nei giovani: fumo primo fattore di rischio
È in corso in questi giorni a Rimini il 56° Congresso nazionale di cardiologia – ANMCO 2025, evento da cui sono già emerse importanti riflessioni e spunti relativi alla salute cardiaca. In particolare, molta attenzione è stata posta sul fumo e sui suoi pericoli.
“Il fumo di sigaretta è il più importante fattore di rischio di infarto cardiaco nei giovani, sotto i 50 anni, e nelle donne. Non vanno assolte neanche le sigarette elettroniche: non sono innocue e a lungo termine possono provocare danni anche al cuore”. Queste sono le parole pronunciate durante il Congresso da Domenico Gabrielli, presidente della Fondazione per il Tuo cuore e direttore di Cardiologia al ‘San Camillo’ di Roma.
Gabrielli ha sottolineato come le donne fumatrici abbiano “un rischio di infarto cardiaco 6 volte maggiore rispetto alle non fumatrici e le donne che fumano ed usano contraccettivi orali hanno un rischio di infarto cardiaco o di ictus 5 volte più alto rispetto alle non fumatrici che non li usano”. Il Professore ha inoltre ricordato che il fumo di sigaretta può danneggiare le cellule che rivestono internamente le arterie aumentando “il rischio di aterosclerosi e infarto cardiaco”. Eventi il cui rischio è aggravato anche da altri fattori: “l’ipertensione, il diabete, gli alti valori di colesterolo nel sangue, l’obesità e uno stile di vita sedentario”.
Sigarette elettroniche e fumo passivo
Non sono assolte le sigarette elettroniche. Queste ultime, infatti, “determinano il vaping con nicotina, glicerina e glicole”. Diversi studi hanno inoltre dimostrato, riprendendo sempre le parole di Gabrielli, che sebbene le sostanze delle sigarette elettroniche siano meno dannose rispetto a quelle da combustione diretta, “si verifica comunque un ispessimento della parete delle arterie (fattore di rischio per l’infarto del miocardio e per l’ictus cerebrale) e un incremento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Il tutto già nei primi trenta minuti successivi alla ‘svapata‘”.
Gabrielli ha poi concluso sottolineando i rischi del fumo passivo, “principale inquinante negli ambienti chiusi, in quanto comporta l’inalazione di agenti nocivi per l’organismo, derivanti dalla combustione lenta del tabacco contenuto in una sigaretta, in un sigaro o in una pipa e dall’aspirazione del fumo espirato dal fumatore, diluito con l’aria dell’ambiente”.
Ha ricordato infatti che “l’incidenza di malattie cardiovascolari e cancro al polmone aumenta rispettivamente del 25-30% e del 20-30% per i non fumatori esposti a fumo passivo“ – con rischi maggiori per i bambini: “Circa 700 milioni di bambini, ossia almeno la metà dei bambini nel mondo, respirino aria contenente fumo di tabacco, in particolare a casa”.
Fonte dichiarazioni: Ansa.it
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