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Ipertensione, l’importanza di monitorare i ‘reverse-dippers’

Tempo di lettura: 2 minuti

Un innovativo studio dell’Università di Oxford ha rilevato che in alcune persone la pressione sanguigna aumenta pericolosamente di notte

Generalmente la pressione sanguigna tende a diminuire di notte, mentre il corpo si rilassa e si prepara a dormire. Al contrario tende ad aumentare di giorno. Ma a quanto pare non è per tutti così, soprattutto per i cosiddetti ‘reverse-dippers’, ovvero quei pazienti che presentano la pressione sanguigna più bassa durante il giorno e più alta di notte. A studiare il fenomeno, sempre più in crescita, sono i ricercatori dell’Università di Oxford attraverso un innovativo studio. La ricerca è visionabile sul ‘British Journal of General Practice’. (Clicca qui per vedere l’estratto originale).

Il problema per i reverse-dippers è che questi sfuggono alla diagnosi proprio perché la pressione sanguigna risulta nella norma quando vengono visitati dal medico di giorno. Il team di Oxford afferma infatti che il monitoraggio ambulatoriale, il quale prevede l’uso di un bracciale che misura la pressione per un periodo di 24 ore, dovrebbe essere utilizzato più spesso. “Le misurazioni della pressione sanguigna diurna non sono sufficienti” – dichiara Lionel Tarassenko, autore principale dello studio. “Ciò significa – prosegue – che questi pazienti hanno la pressione sanguigna più bassa durante il giorno. Di conseguenza saranno erroneamente rassicurati dal monitoraggio diurno a casa o nella clinica del medico di famiglia”. 

La ricerca ha coinvolto circa 21.000 pazienti provenienti da 28 studi medici di base e 4 ospedali nell’area di Oxford. Nei pazienti ricoverati in ospedali, i ricercatori hanno scoperto che quasi la metà (il 49%) erano ‘reverse-dippers’. Il 15% di essi soffriva inoltre di elevata ipertensione, presente sempre durante la notte. Inoltre, uno su tre aveva almeno una malattia cardiovascolare.

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Laura Armitage, ricercatrice presso il Nuffield Department of Primary Care Health Sciences dell’Università di Ofxord spiega l’importanza della ricerca messa in atto dal team. “La nostra ricerca – dichiara Armitage – mostra che la misurazione della pressione sanguigna notturna potrebbe aiutare a identificare tantissime persone con ipertensione non diagnosticata. Questo porterebbe anche a una riduzione delle malattie cardiovascolari e di morte. Quanto abbiamo scoperto mette inoltre in evidenza la necessità per i medici di base di offrire ai propri pazienti una valutazione della pressione sanguigna permanente. Una valutazione di 24 ore su 24“ – conclude la ricercatrice. 

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