Il monito della Società italiana di prevenzione cardiovascolare – Siprec: “Non ci stancheremo mai di ribadire che i chili di troppo vanno considerati una malattia vera e propria”
Di recente si è tenuto a Napoli il congresso nazionale della Società italiana di prevenzione cardiovascolare – Siprec, occasione per trattare una serie di temi importanti. Tra questi, il tema dell’obesità, problema che è un vero e proprio fattore di rischio cardiovascolare indipendente. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità – Iss, in Italia un adulto su 10 è obeso e tre su 10 sono in sovrappeso. È per questo che cardiologi di tutta Italia si sono riuniti per trattare il fenomeno, spesso sottovalutato.
“Non ci stancheremo mai di ribadire che i chili di troppo sono da considerare una malattia vera e propria. Oltre che un importante fattore di rischio per tante altre patologie, da quelle cardio-metaboliche ai tumori”. Inizia cosi il monito di Massimo Volpe, presidente Siprec, il quale ha discusso il documento pubblicato sul tema trattato al congresso, intitolato ‘Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica’. “Valorizzare la body positivity e condannare il body shaming è sacrosanto – prosegue Volpe. Ma allo stesso tempo non dobbiamo far passare il messaggio che l’obesità sia da considerare come una condizione ‘normale. O ancora peggio, alternativa alla magrezza eccessiva o al normopeso”.
“La lotta allo stigma non va fraintesa”
Gli esperti puntano il dito contro “astute campagne di marketing che fanno leva sul trend topic di body positivity – prosegue Volpe. Lo fanno però reinterpretandolo in maniera confondente rispetto ai messaggi di prevenzione. La lotta allo stigma non va fraintesa, perché l’obesità è una patologia cronica. Una malattia di per sé che potenzia e si tira dietro una serie di altri fattori di rischio, dall’ipertensione, alle dislipidemie, al diabete. Inoltre, contribuisce attivamente ad aprire la strada a molte altre malattie”.
“E’ per questo che l’obesità e il sovrappeso vanno affrontate e trattate già nei bambini e negli adolescenti, senza perdere tempo – prosegue lo specialista – Bisogna entrare nell’ordine di idee che non solo l’obesità, ma anche il sovrappeso fa male. Guai dunque a far passare il messaggio che qualche chilo di troppo è accettabile. Meno che mai pensare che l’obesità sia una condizione ‘normale'”. Invitiamo dunque le mamme a non pensare che un figlio un po’ in sovrappeso scoppi di salute, mentre quello magrolino sia fragile e predisposto alle malattie. È come pensare che avere un po’ di pressione alta o un po’ di colesterolo faccia bene. Dobbiamo al contrario combattere con fermezza queste condizioni, intervenendo sullo stile di vita con una dieta personalizzata”.
Il ruolo dei medici
Volpe conclude riflettendo sulle responsabilità dei sanitari. “Purtroppo – osserva – molto spesso sono gli stessi medici e i cardiologi a non affrontare il problema. Anche in questo caso è fondamentale un gioco di squadra, lavorando insieme a una serie di professionisti. Ma soprattutto vogliamo ribadire ancora una volta che l’obesità è’ una malattia cronica. Bene dunque continuare a combattere il body shaming, cioè la marginalizzazione o peggio l’irridere il soggetto obeso. Ma ciò deve accadere senza cadere nella trappola di questa deriva del concetto di body positivity, suggerita da alcune pubblicità e dai social”.
Fonte: sito web Siprec
Potrebbe interessare anche Quasi metà degli italiani è in sovrappeso, un terzo non fa sport