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La stimolazione magnetica utile contro l’ansia

Tempo di lettura: 2 minuti

La stimolazione magnetica può evitare reazioni corporee di allarme legate alla memoria traumatica. Ne parla un nuovo studio

La stimolazione magnetica transcranica potrebbe risultare efficace anche per il trattamento dell’ansia. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato su eLife, condotto da un team di ricerca dell’Università di Torino sotto la direzione di Benedetto Sacchetti e Raffaella Ricci.

“Questa ricercaspiega Eugenio Manassero, uno dei ricercatoririveste un’importanza significativa dal punto di vista clinico, poiché mette in luce un nuovo strumento che potrebbe in futuro affiancarsi in modo complementare e sinergico ad altre strategie terapeutiche per aiutare tutte le persone che hanno vissuto esperienze traumatiche o che soffrono di un disturbo d’ansia. Tenendo conto di quanto sia fondamentale migliorare la qualità dei trattamenti in un’ottica di promozione della salute e del benessere della collettività, questa ricerca potrebbe aprire una nuova frontiera in questa direzione”.

Dopo un’esperienza traumatica nel cervello si si forma un ricordo dell’evento che si compone di due elementi essenziali: la rappresentazione consapevole di ciò che è accaduto e la valenza emotiva associata all’episodio. È quest’ultima a generare modificazioni delle risposte corporee, ad esempio del battito cardiaco e della sudorazione, causando sensazioni di paura o addirittura panico.

L’applicazione della TMS (stimolazione magnetica transcranica) alla parte mediale della corteccia prefrontale anteriore (aPFC) ha consentito di modulare l’attività di specifiche aree cerebrali in modo non invasivo e indolore. Di conseguenza, il gruppo sottoposto a stimolazione mostrava una risposta corporea di allarme significativamente inferiore di fronte allo stimolo minaccioso rispetto al gruppo di controllo, che aveva ricevuto una stimolazione placebo. La riduzione della risposta emotiva permaneva a lungo termine senza necessità di ulteriori neurostimolazioni e senza compromettere la memoria dell’evento.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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