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L’insonnia è causa-effetto di ansia e depressione

Tempo di lettura: 2 minuti

L’insonnia non è solo un sintomo, ma può anche scatenare disturbi psichiatrici, diventando causa ed effetto di malattie mentali

L’insonnia non si limita a essere un semplice sintomo, ma può rappresentare anche un fattore scatenante o anticipatorio di disturbi psichiatrici, contribuendo così a sviluppare o peggiorare malattie mentali come ansia, depressione e disturbo bipolare. In tale scenario, l’utilizzo di un farmaco antagonista dell’orexina, un neurotrasmettitore che regola il sonno, potrebbe svolgere un ruolo significativo nel trattamento dell’insonnia. Se ne è discusso questa mattina a Milano, in occasione del XXVI congresso nazionale della Società Italiana di Neuro Psico Farmacologia (Sinpf).

La parola agli esperti

 “Oltre un terzo della popolazione mondiale è colpita da insonnia e/o da disturbi del sonno con frequenti risvegli e problemi di ri-addormentamento spiega Claudio Mencacci, co-presidente Sinpf. Ne soffre il 20% in Italia, in molti casi in forma cronica: sintomi persistenti nell’80% dei casi dopo 1 anno dalla diagnosi e nel 60% dei casi a 5 anni”. 

“Studi clinici hanno evidenziato che l’insorgenza di insonnia aumenta il rischio di sviluppare, nel breve termine, condizioni come depressione maggiore o disturbi d’ansiadichiara Matteo Balestrieri, anche lui co-presidente della Sinpf. Questo la rende un fattore predittivo e perciò importante campanello d’allarme in ambito clinico.” 

Il ruolo di daridorexant

Recenti linee guida europee hanno suggerito come farmaco di prima scelta un antagonista in grado di agire sull’orexina: il daridorexant.“Potrebbe avere un ruolo importante anche in psicopatologia afferma Laura Palagini, psichiatra e responsabile dell’ambulatorio per il trattamento dei disturbi del sonno dell’Auo di Pisa . Per questo, sono stati condotti alcuni studi in pazienti con disturbi d’ansia, depressivi bipolari e unipolari che hanno dimostrato che l’uso di daridorexant può migliorare non solo i sintomi di insonnia ma anche d’ansia e dell’umore permettendo la riduzione dei farmaci ipnotico sedativi”. 

Tuttavia, poiché l’insonnia ha un andamento cronico, “la sospensione di farmaci ipnotico-sedativi richiede specifici accorgimenti aggiunge Palagini e una riduzione graduale in associazione con terapie cognitive (CBT_I), con altre recenti terapie farmacologiche (farmaci come i DORA, o gli agonisti della melatonina o i modulatori del gaba)”.

Servono dunque indicazioni chiare e puntuali. Il nuovo documento di consensus, in corso di pubblicazione sulla rivista Sleep Medicine, “sarà una guida utile per gli specialisti con l’obiettivo di aiutare i pazienti a ottenere benefici di efficacia e sicurezza contro l’insonnia e le altre patologie psichiatriche collegate o concomitanti”concludono Mencacci e Balestrieri.

Fonte dichiarazioni: Ansa.it

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