Non supera l’esame di ammissibilità della commissione Bilancio la proposta contenuta in un emendamento alla manovra. La maggioranza voleva provare ad arginare carenza medici
Camici bianchi in corsia nelle strutture sanitarie o nello studio privato a fare visite fino ai 72 anni di età. Questa la proposta, messa in atto dalla maggioranza, che prende origine dal tentativo di arginare la carenza cronica dei medici: nel nostro Paese, infatti, mancano almeno 20.000 camici bianchi tra pronto soccorso, corsie ospedaliere e studi dei medici di famiglia. Proposta, che però, non supera l’esame di ammissibilità della commissione Bilancio. Tra l’altro gli stessi sindacati dei medici, che il 15 dicembre scenderanno in piazza, sono insorti contro la possibile manovra parlando di una ‘toppa peggio del buco’. Secondo le associazioni di sindacati, infatti, la manovra non farebbe altro che limitare l’accesso e la carriera dei giovani. Inoltre non bloccherebbe il fenomeno delle cooperative con i medici ‘comprati’ a gettone.
Emendamenti che nascono dalla necessità di tappare i buchi
Dopo un lungo periodo di imbuto formativo negli ultimi anni sono aumentati i posti sia ai corsi di laurea in medicina (arrivati circa a 14.000) sia le borse di specializzazione (15.000). Il problema però è che i nuovi medici formati non si vedranno prima di 5-6 anni. Di conseguenza c’è necessità di trovare una soluzione per tappare i buchi in ospedale e negli studi dei medici di famiglia per i quali si parla di 20.000 carenze. Da qui la presentazione di diversi emendamenti dello stesso tenore a firma della maggioranza. Emendamenti che vanno nella direzione di allungare “su base volontaria” l’età pensionabile che oggi per i camici bianchi è fissata a 68 anni.
Gli emendamenti alla manovra sull’età pensionabile dei medici da portare a 72 anni sono però finiti, come detto, nella tagliola dell’inammissibilità. In particolare la proposta prevedeva che “a decorrere dal 1° gennaio 2023 e sino al 31 dicembre 2026, il limite di età per il collocamento di ufficio a riposo è elevato su base volontaria alla data di compimento del settantaduesimo anno di età per il personale medico, dipendente o convenzionato, del Servizio sanitario nazionale”. In altri termini l’idea era quella di allungare la possibilità di restare a lavoro sia per gli ospedalieri che per i medici di famiglia. Almeno per ora, però, tale ipotesi è ampiamente bocciata. Si resta dunque al limite di 68 anni.
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