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Pronto soccorso allo sfinimento: in 10 anni mortalità raddoppiata

Tempo di lettura: 2 minuti

A denunciare il fenomeno è la Società italiana medicina di emergenza urgenza (Simeu), pronta a scendere in piazza a Roma il 17 novembre

5.000 medici e 12.000 infermieri mancanti, attese per un ricovero sempre più lunghe, problemi organizzativi di varia natura. Sono questi i problemi che ormai da tempo portano allo sfinimento i pronto soccorso italiani. Problemi che hanno portato in 10 anni a un raddoppio della mortalità dei pazienti costretti a restarvi, in attesa di un posto in reparto. È quanto emerge da un comunicato-denuncia pubblicato dalla Società Italiana medicina di emergenza urgenza (Simeu). All’interno del comunicato si annuncia anche la scesa in piazza il prossimo 17 novembre, a Roma, dinanzi la sede del Ministero della Salute. (Leggi qui il comunicato Simeu).

Simeu parla di una crisi nella quale sono “sprofondati a causa di decenni di errori di programmazione. Occorrono decisione rapide” – si legge nel comunicato. Secondo i dati della stessa, i dimessi dopo aver ottenuto cure in Pronto Soccorso sono un 50% in più rispetto alla pre-pandemia. O ancora, l’aumento del numero di accessi di pazienti rispetto al numero dei sanitari impiegati ha portato a un aumento del carico di lavoro per singolo professionista dal 25% al 50%. Seguendo sempre le stime Simeu, i pazienti destinati al ricovero in attesa di un posto letto arrivano fino a più di 800 al giorno in regioni importanti come il Lazio, con oltre 600 persone in attesa da più di 24 ore

Tasso di mortalità di oltre il 100%


Ma soprattutto, il dato più preoccupante riguarda la mortalità: nell’ultimo decennio, a causa del mancato ricovero, il tasso di mortalità è stato di oltre il 100%. Numeri spaventosi. “La medicina di emergenza urgenza – spiega Antonio Voza, segretario nazionale Simeu – opera in quel preziosissimo tempo che può fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente. Un compito cruciale che richiede specialisti preparati e non lascia spazio all’improvvisazione e all’approssimazione”. Improvvisazione e approssimazione, fenomeni sempre più frequenti dovuti alla carenza di personale. Carenza, strettamente legata alla fuga di medici e infermieri dai pronto soccorso italiani e il conseguente sempre maggior ricorso a esternalizzazioni. 

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