Non può più essere definita peste nera ma si tratta dello stesso agente patogeno che causa la malattia: il batterio Yersina pestis
Negli USA, un uomo è stato infettato dal batterio Yersinia pestis, proprio quello che 7 secoli fa causò un disastro demografico di proporzioni inaudite in Europa. Ovviamente, non possiamo più parlare di ‘peste nera’ ma il batterio che ha infettato l’uomo statunitense è lo stesso. Ora infatti la malattia fa meno paura grazie agli antibiotici, ma è sempre bene tenere alta la guardia. Si suppone che l’uomo sia stato infettato dal suo gatto, presumibilmente portatore delle pulci infette che hanno trasmesso il batterio. Un’altra possibilità è che l’infezione sia stata contratta attraverso contatto con fluidi corporei. Fortunatamente, grazie alla terapia antibiotica, l’uomo si è prontamente ripreso.
La peste bubbonica è la forma più comune della malattia. È chiamata così perché le ghiandole linfatiche si ingrossano trasformandosi in bubboni che poi possono evolvere in piaghe aperte e purulenti (Fonte ISS). Se non curata, e gli uomini del Medioevo non avevano gli strumenti per farlo, la malattia può progredire nella forma polmonare e setticemica, entrambe difficilissime da trattare anche oggi.
La peste, nella sua forma bubbonica, non si diffonde da individuo a individuo. Tuttavia, quando si sviluppa la forma polmonare, diventa trasmissibile tramite le goccioline respiratorie, simile ad altre infezioni comuni. In Europa, non si sono verificati casi di peste dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma in alcune parti del mondo la malattia persiste sporadicamente. Questi luoghi sono spesso caratterizzati da una stretta interazione tra le popolazioni e gli animali che ospitano il patogeno, come in alcuni paesi africani, sudamericani e in alcune aree degli Stati Uniti.
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