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Respinto il ricorso dei sanitari no vax: per il Consiglio di Stato è illegittimo

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Confermato l’obbligo di vaccino per il personale sanitario, come stabilito nel decreto di aprile

L’obbligo di vaccino per il personale sanitario è legittimo. Senza giri di parole il Consiglio di Stato ha espresso il suo parere. Respinta l’istanza di alcuni medici, paramedici, farmacisti, parafarmacisti e altri operatori sanitari della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia che non si erano ancora vaccinati. Permane l’obbligo definito nel decreto legge dello scorso aprile.

Il Consiglio si è aggrappato fermamente all’articolo 4, quello che dispone che, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica da Sars-CoV-2, fino alla completa attuazione del Piano strategico nazionale finalizzato a garantire il massimo livello di copertura vaccinale sul territorio nazionale, e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza, gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario, che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, nelle parafarmacie e negli studi professionali, sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da Sars-CoV-2″.

Il Consiglio di Stato reputa necessario il vaccino per il personale che ha a che fare con pazienti o personale fragili

Respinto il ricorso degli operatori sanitari, definito inammissibile poiché il vaccino è ritenuto essenziale. Non solo per lo stesso personale, ma anche come tutela per i pazienti e le persone più fragili. Sia che sono ricoverate o che si recano nelle strutture assistenziali. Inoltre il Consiglio di Stato, rifacendosi all’articolo 2, ha definito che l’obbligo vaccinale non si fonda solo sulla relazione di cura e fiducia tra paziente e personale sanitario, ma anche sul più generale dovere di solidarietà che grava su tutti i cittadini, a cominciare dal personale sanitario, nei confronti dei soggetti più vulnerabili e che sarebbero più esposti alle conseguenze gravi o addirittura letali del virus per via del contatto con soggetti non vaccinati.

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