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Smaltimento dei rifiuti e pericoli per i sanitari: il rapporto dell’OMS

Tempo di lettura: 2 minuti

Un nuovo problema potrebbe interessare le strutture che non sono attrezzate per lo smaltimento dei rifiuti

Un nuovo problema di cui tenere conto e che deve essere affrontato quanto prima per non trovarsi di fronte a situazioni spiacevoli. Si tratta delle decine di migliaia di rifiuti sanitari strettamente legati al Covid 19. Un discorso che deve far pensare a nuove pratiche per la gestione degli stessi. L’analisi dell’Oms di questo tema fa emergere numeri importanti.

Si parla di circa 87mila tonnellate di dispositivi di protezione individuale acquistati nel periodo marzo 2020-novembre 2021. La proiezione è che circa la metà ha ricevuto il trattamento da rifiuto. Il discorso, però, potrebbe essere ben più ampio. Visto che non si tiene conto dei dispositivi che non rientrano in quelli acquistati nel corso delle iniziative internazionali. Ad esempio, nel computo dei rifiuti possono entrare anche le mascherine usa e getta acquistate dai semplici cittadini.

Si devono considerare, inoltre, i circa 140 milioni di kit di test, un potenziale di 2600 tonnellate di rifiuti non infettivi e 731 mila litri di rifiuti chimici. Anche gli 8 miliardi di dosi di vaccino hanno prodotto 144 mila tonnellate di rifiuti tra siringhe, aghi e cassette di sicurezza.

Nel computo si devono considerare anche i kit di test

Una questione che si è posta adesso che la stretta della pandemia è meno forte. In principio non ci si è preoccupati molto di questo aspetto perché c’era altro a cui pensare. Ora le questione si pone e ciò che emerge è che il 30% delle strutture sanitarie non sono attrezzate per gestire il carico di rifiuti speciali. E questo rappresenta un grosso rischio per gli operatori sanitari e per le persone comuni. Ferite da punture di aghi, ustioni e microrganismi patogeni rappresentano un rischio. Il rapporto dell’Oms ha una serie di raccomandazioni per affrontare questo tipo di problema e renderlo più sostenibile dal punto di vista ambientale e sicuro per gli operatori. Le raccomandazioni parlano dell’utilizzo di imballaggi e spedizioni eco-compatibili, DPI sicuri e riutilizzabili, materiali riciclabili biodegradabili. Inoltre si parla di investimenti per l’utilizzo di tecnologie adatte per il trattamento dei rifiuti non combustibili.

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