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Strumento di IA predice l’Alzheimer dal modo di parlare

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Questo nuovo programma di Intelligenza Artificiale (IA) è in grado di diagnosticare l’Alzheimer sei anni prima dell’esordio dei sintomi. Come? Esaminando il modo di parlare della persona

Sviluppato un innovativo programma di Intelligenza Artificiale (IA) in grado di diagnosticare l’Alzheimer con sei anni di anticipo rispetto alla comparsa dei sintomi. Il tutti tramite un’analisi del modo di parlare della persona. Pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia, questo progetto è il frutto del lavoro dei ricercatori della Boston University.

Il loro modello può prevedere, con un tasso di precisione del 78,5%, se una persona con lieve deterioramento cognitivo rimarrà stabile nei successivi sei anni o se svilupperà la demenza. I ricercatori affermano che il loro lavoro potrebbe contribuire a rendere lo screening del deterioramento cognitivo più accessibile automatizzando parti del processo ed eliminando la necessità di costosi test di laboratorio, esami di imaging o addirittura visite mediche. Per costruire e addestrare il loro modello, i ricercatori hanno utilizzato i dati del Framingham Heart Study, uno degli studi più antichi e di lunga durata del paese. I partecipanti che mostrano segni di declino cognitivo vengono sottoposti a regolari test neuropsicologici e interviste, generando una vasta quantità di informazioni sul loro benessere cognitivo nel tempo.

I risultati dei test

All’inizio dello studio gli esperti hanno ottenuto registrazioni audio di 166 interviste con persone, tra i 63 e i 97 anni, con lieve deterioramento cognitivo: 76 di queste sono rimaste stabili nei successivi sei anni e 90 sono progressivamente peggiorate. Hanno quindi utilizzato una combinazione di strumenti di riconoscimento vocale e intelligenza artificiale per addestrare un modello a individuare connessioni tra discorso, dati demografici, diagnosi e progressione della malattia. Dopo aver addestrato il programma, i ricercatori hanno testato la sua capacità predittiva sul resto dei partecipanti.

Il modello si basa esclusivamente sul contenuto delle interviste e sulla struttura delle frasi pronunciate. Attualmente, il team punta a sviluppare un’app per smartphone per prevedere l’Alzheimer, oltre a estendere lo studio oltre l’analisi del linguaggio (incorporando, ad esempio, i disegni dei pazienti) per migliorare la precisione predittiva del modello. “Il digitale è il nuovo sangue – dichiarano gli autori -. Puoi raccoglierlo, analizzarlo per ciò che è noto oggi, conservarlo e rianalizzarlo per qualsiasi cosa nuova emerga domani”.

Fonte.

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Alzheimer
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