I principali cambiamenti riguardano il trattamento di prima linea dell’adenocarcinonma dello stomaco, della giunzione gastro-esofagea e dell’esofago. Novità anche per alcune tipologie di cancro del colon-retto metastatico
I tumori gastrointestinali sono neoplasie frequenti nei Paesi occidentali. Gli stili di vita scorretti rappresentano i principali fattori di rischio: svolgono infatti un ruolo centrale nello sviluppo di una serie di patologie oncologiche. Il consumo eccessivo di carni rosse, insaccati, farine e zuccheri raffinati, l’obesità, la sedentarietà, l’abitudine tabagica e l’abuso di alcol sono i pericoli che possono portare allo sviluppo dei tumori del colon-retto e dello stomaco. L’obesità e la malattia da reflusso gastroesofageo sono invece i fattori di rischio preponderanti per l’adenocarcinoma dell’esofago. La grande novità emersa nelle ultime ore è che l’immunoncologia cambia la pratica la clinica nel trattamento dei tumori gastrointestinali.
Ma entriamo nel dettaglio. L’Agenzia italiana del farmaco – Aifa ha approvato la rimborsabilità di nivolumab, farmaco immunoterapico, in combinazione con la chemioterapia come trattamento di prima linea nell’adenocarcinoma dello stomaco, della giunzione gastro-esofagea e dell’esofago in pazienti HER2 negativi e PD-L1 con punteggio positivo combinato (CPS) ≥ 5. Nello studio registrativo CheckMate -649, la sopravvivenza globale mediana con l’immuno-chemioterapia ha raggiunto 14,4 mesi rispetto a 11,1 mesi con la sola chemioterapia nei pazienti che esprimevano PD-L1 con CPS ≥ 5. Inoltre, il 13% dei pazienti trattati con immunoterapia ha raggiunto la risposta completa, ovvero la scomparsa radiologica di tutti i segni della patologia.
Aifa ha dato il via libera anche alla rimborsabilità della duplice immunoterapia, nivolumab più ipilimumab, nel tumore del colon-retto metastatico ad elevata instabilità dei microsatelliti o deficit di riparazione del mismatch. Il cambiamento segue una precedente chemioterapia a base di fluoropirimidine. A questi vantaggi si aggiunge una buona qualità di vita. I pazienti candidati alla terapia con la combinazione nivolumab e chemioterapia, in base all’approvazione di Aifa, sono circa il 60% del totale con malattia avanzate
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