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Una nuova possibilità contro i sintomi della menopausa

Tempo di lettura: 3 minuti

Un nuovo composto genera un rapido miglioramento della gravità dei sintomi e della qualità di vita nelle donne in menopausa

Una nuova opzione contro i sintomi della menopausa. In due recenti studi di fase III, infatti, l’antagonista selettivo dei recettori della neurochinina 1 (NK1) e 3 (NK3), elinzanetant, ha dimostrato di ridurre rapidamente la frequenza dei sintomi vasomotori e di migliorare significativamente la gravità dei sintomi, la qualità del sonno e la qualità di vita associata alla menopausa. Questi risultati sono apparsi sulla rivista JAMA da un team di ricercatori, tra cui JoAnn V. Pinkerton dell’University of Virginia Health di Charlottesville (USA), prima autrice dell’articolo che riporta i dati degli studi randomizzati OASIS 1 e OASIS 2.

“Le donne vanno incontro a una grande varietà di sintomi durante la transizione menopausale – spiegano i ricercatori – tra cui i sintomi vasomotori (VMS, anche noti come “vampate di calore”) e i disturbi del sonno, riferiti rispettivamente dall’80% e dal 60% delle donne. Tali sintomi – proseguono gli esperti – possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita e possono essere associati anche a esiti negativi a lungo termine per la salute. Attualmente sono disponibili alcune opzioni terapeutiche, in particolare la terapia ormonale sostitutiva e, in alcuni paesi, anche la paroxetina, un inibitore selettivo del reuptake della serotonina”.

Nella pagina web del Ministero della Salute italiano dedicata alla menopausa, viene sottolineato che la transizione dall’età fertile alla menopausa avviene generalmente tra i 45 e i 55 anni, evidenziando le conseguenze di questo significativo cambiamento ormonale sulla salute della donna. Gli esperti del Ministero spiegano che, oltre alla terapia ormonale sostitutiva (da seguire sempre sotto controllo medico), anche la dieta svolge un ruolo importante nel contrastare e prevenire tali conseguenze.

Elinzanetant, una grande alternativa alla terapia ormonale

“Molte donne hanno controindicazioni all’uso dei trattamenti oggi disponibili, hanno problemi di tollerabilità che portano all’interruzione della terapia o non vogliono assumere questi farmaci” scrivono Pinkerton e colleghi, i quali hanno valutato l’efficacia e la tollerabilità di elinzanetant, un trattamento alternativo non ormonale in fase di sviluppo. I due studi randomizzati in doppio cieco di fase 3 (OASIS 1 e 2) hanno incluso partecipanti in postmenopausa di età compresa tra 40 e 65 anni con sintomi vasomotori da moderati a severi che sono state trattate con elinzanetant (OASIS 1: n=199; OASIS 2: n=200) o placebo (OASIS 1: n=197; OASIS 2: n=200).

Le analisi hanno rivelato che, dopo 4 settimane di trattamento, il 62,8% delle partecipanti nello studio OASIS 1 e il 62,2% nello studio OASIS 2 hanno registrato una riduzione di almeno il 50% nella frequenza dei sintomi vasomotori, rispetto al 29,2% e 32,3% nei rispettivi gruppi placebo. Questi miglioramenti sono aumentati alla settimana 12, con il 71,4% e il 74,7% delle donne nel gruppo elinzanetant che hanno raggiunto tale riduzione, rispetto al 42,0% e 48,3% nei gruppi placebo. Inoltre, le donne trattate con elinzanetant hanno riportato una diminuzione della gravità dei sintomi vasomotori e miglioramenti nel sonno e nella qualità di vita legata alla menopausa, senza significativi problemi di tollerabilità e sicurezza.

Il commento degli esperti

“Elinzanetant ha il potenziale per rappresentare un’opzione ben tollerata ed efficace che risponda alle esigenze di salute non soddisfatte di molte persone in menopausa con sintomi vasomotori anche severi”- concludono gli autori. “Con la scoperta di opzioni terapeutiche non ormonali mirate ai neuroni responsabili dei sintomi vasomotori, la cura della menopausa dovrebbe progredire su queste solide basi scientifiche a beneficio delle donne che da tali sintomi sono affette” – commentano in un editoriale Stephanie S. Faubion e Chrisandra L. Shufelt, in forza alla Mayo Clinic di Jacksonville (Florida) e Rochester (Minnesota).

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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