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Aumento di peso durante pandemia: più 4 kg in persone affette da obesità

Tempo di lettura: 3 minuti

Studio della Fondazione Adi sulla variazione di peso associata alla pandemia

Gli effetti delle pandemia sull’aumento di peso delle persone, un incremento di 4 kg registrato durante l’emergenza negli italiani affetti da obesità. Le motivazioni sono da individuare nell’isolamento, la disregolazione emotiva, la condizione di lavoro instabile e le interruzioni delle consulenze nutrizionali. Le categorie maggiormente colpite sono quelle dei disoccupati, lavoratori in smart working e tutti coloro che hanno avuto disagi emotivi importanti pregressi. Nella lista finiscono anche le casalinghe.

Questo risultato è il frutto dell’analisi condotta dalla Fondazione Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica). Lo studio ha coinvolto un campione di 1300 persone affette da obesità e in cura presso i Centri Obesity Day dell’Adi.

Durante i periodi di lockdown il 48,8% delle persone intervistate è aumentato di peso, il 27% è diminuito, mentre il 24% è rimasto stabile. Nei pazienti in cui si è verificato l’aumento del peso il benessere psico-fisico è diminuito del 69,6%, il 62% ha manifestato difficoltà emotive, principalmente paura e insoddisfazione, il 55% ha sperimentato un cambiamento nella qualità/quantità del sonno con insonnia o risveglio precoce, il 56% ha ridotto l’attività fisica, il 68% ha incontrato difficoltà a seguire la dieta, il 58% non si è tenuto in contatto con il proprio centro o consulente, ma soprattutto la maggioranza di essi ha mangiato male riducendo drasticamente la quantità di cibi presenti nella dieta mediterranea.

Chi ha tenuto un peso costante o ha avuto un calo ha manifestato condizioni di vita e lavorative migliori

Tra le persone che sono aumentate di peso, il 68% ha avrebbe voluto avere l’aiuto dei farmaci. Diverso è il discorso per chi, invece, ha tenuto il peso invariato o ha avuto un calo. Un dato positivo per le persone che avevano una situazione lavorativa stabile e hanno conservato trattamenti terapeutici. Sia attraverso la telemedicina che l’attività fisica.

La ricerca è pronta per sbarcare sulla rivista ‘International Journal Obesity’. I dati in anteprima mostrati nel corso della campagna nazionale di sensibilizzazione sull’obesità, l’Obesity Day 2021.

 “I risultati emersi da questa indagine – sottolinea Antonio Caretto, presidente Fondazione Adi, in un’intervista riportata da Adnkronosevidenziano come durante i mesi più bui della pandemia, quando tutto sembrava essersi fermato, malattie croniche e invalidanti come l’obesità abbiano purtroppo continuato ad accentuarsi con effetti allarmanti sullo stato di salute e sul benessere psicofisico dei pazienti e ricadute economiche importanti sul sistema sanitario nazionale. All’interruzione delle visite ambulatoriali durante il lockdown non è seguito purtroppo – sottolinea Caretto – un servizio di telemedicina omogeneo e accessibile per tutti. Ciò ha provocato soprattutto nelle fasce più fragili di pazienti un’interruzione dei controlli periodici e dei percorsi terapeutici. Ciò ha comportato un cambiamento delle abitudini alimentari e dello stile di vita”.

Lo studio sulla variazione di peso sarà successivamente pubblicato sull’International Journal Obesity

Quando nel 2001 l’Adi istituì l’Obesity Day – ricorda Carmela Bagnato, segretario Adi – indicava i Servizi di Dietetica e nutrizione clinica del Ssn come presidi qualificati di diagnosi e terapia per l’obesità. Oggi, in tutta Italia, tranne qualche realtà privilegiata, i Servizi di Dietetica non sono distribuiti omogeneamente sul territorio nazionale. Una patologia multifattoriale come l’obesità – conclude Bagnato – necessita di un approccio terapeutico integrato e non parcellizzato. C’è bisogno di una complessa strategia di prevenzione che abbandoni per sempre il paradigma della responsabilità personale. Serve coinvolgere anche il cambiamento ambientiale e i ritmi sociali obesiogeni”.

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