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Bimbo in attesa di trapianto, famiglia no vax rifiuta sangue di vaccinato

Tempo di lettura: 2 minuti

Il prof Arigliani: “Tentare il possibile per salvare questo bimbo”

Ha quasi dell’assurdo la storia del bimbo di 3 anni ricoverato al Sant’Orsola di Bologna che sta lottando contro una gravissima malattia al cuore. Per lui servirebbe solo il trapianto, l’unica possibilità di sopravvivenza. La questione, al di là delle difficoltà di trovare l’organo, è che ci si è messa di mezzo la famiglia. Che non darà il consenso se il cuore arriverà da persona che è stata sottoposta a vaccino. La stessa famiglia ha anche fornito il nome di una persona. Un volontario che ha aderito dopo un appello sui social, che potrebbe donare il sangue. Obbligatorio l’intervento di un Tribunale che possa garantire il diritto alla salute, ma lo sconcerto resta.

Ho letto con dolore – ha commentato Raffaele Arigliani, pediatra e direttore della scuola di counselling IMRche a Bologna i genitori di un bambino, convinti no vax, si rifiutano di fare al figlio di tre anni un trapianto di cuore (indispensabile per la sua sopravvivenza) se non viene garantito sarà usato sangue di persone che NON HANNO fatto il vaccino per il covid.

Sta intervenendo il tribunale per assicurare il diritto alla vita di questa creatura. La costituzione sancisce scelte libere per la salute personale. Ma un figlio non appartiene ai genitori. E questi non possono disporre decisioni che lo danneggino rispetto alle aspettative offerte, pur in assenza di certezze, dalla scienza. Tentare il possibile per salvare questo piccolo è doveroso e null’altro è accettabile.

Il pediatra: “Com’è possibile che vi siano posizioni così incomprensibili?”

Come è possibile vi siano posizioni così incomprensibili? Una chiave di lettura ce la offre Daniel Kahneman, premio nobel per l’economia. Nel libro “Pensieri lenti e veloci” vengono focalizzate le dinamiche che portano alle scelte.

La dimensione della paura, la mancanza della fiducia, l’identificazione fideistica in un gruppo “ideologico” (e di rigidità e ideologia parlava il Papa come “putredine e rischio di qualsiasi ideale” nella sua recente intervista a Fazio), portano a costruire credenze inossidabili.

Queste diventano come piramidi, in cui togliere un sasso fa crollare tutto. E le scelte irrazionali trovano la dimensione eroica.

In realtà quando il singolo diviene meno importante di una idea e può ad essa essere sacrificato (vedi stalinismo, capitalismo senza limiti, nazismo, estremismi religiosi, ecc..) si è molto vicini alla follia di questi genitori.

Questo triste e assurdo episodio deve farci riflettere sulle nostre rigidità e sulla necessità di metterci in discussione. Perchè tutto ciò che avviene “sulla carne” di un altro uomo ci appartiene. Non sempre ne abbiamo coscienza.  Non può esserci verità nelle nostre scelte se queste non rispettano in pieno la vita dell’altro”.

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