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Cancro al polmone, risultati incoraggianti per nuova terapia mirata

Tempo di lettura: 2 minuti

I nuovi dati per i pazienti con mutazione KRAS G12C trattati con sotorasib evidenziano risposta più efficace rispetto ai trattamenti standard

A cura di Antonio Arigliani

La cura del cancro al polmone sta diventando sempre più ‘di precisione’. Ancor di più se parliamo del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLS) dove spesso vengono identificate mutazioni che possono essere dei ‘bersagli’ per precisi farmaci. Tra queste, una delle più frequenti, è KRAS G12C, presente più o meno in un paziente su otto. Nel nostro paese si ritrova in circa 4.500 nuovi casi ogni anno.

Per i pazienti in stadio avanzato e con questa mutazione, è stato approvato dalla Commissione Europea un nuovo farmaco mirato orale: sotorasib. Dal congresso dell’American Association for Cancer Research, arrivano i risultati dello studio CodeBreaK 100, condotto su pazienti che avevano già ricevuto altri trattamenti. Il buon risultato è che quasi un paziente su tre è vivo a due anni del trattamento. Ma soprattutto il 40,7% dei pazienti ha risposto alla terapia con una riduzione del tumore completa o parziale.

I dettagli della terapia

CodeBreak 100 è stato condotto condotto su 174 pazienti. Dopo la somministrazione del farmaco sotorasib circa 80 pazienti hanno dunque avuto grandissimi risultati. Inoltre, il tasso di controllo della malattia, considerando anche i pazienti in cui è rimasto stabile, è stato dell’83,7%. Di questi, 5 pazienti hanno ottenuto una risposta completa e 65 pazienti una risposta parziale. La durata mediana della risposta è stata di 12,3 mesi. La sopravvivenza mediana libera da progressione della malattia è stata di 6,3 mesi. Infine, la sopravvivenza mediana globale di 12,5 mesi, con il 32,5% dei malati coinvolti ancora in vita dopo due anni.

Marcello Tiseo, associato di Oncologia, e responsabile del PDTA di Oncologia Toracica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, ha ben esposto l’importanza di questi risultati. “I risultati a 2 anni dello studio CodeBreak 100 sono incoraggianti. Confermano il ruolo di sotorasib come primo farmaco con approccio target verso una mutazione che fino ad ora era stata trattata solo con chemioterapia e/o immunoterapia. Il tasso di risposta intorno al 40% è decisamente superiore al 10% che eravamo abituati ad ottenere con la chemioterapia. Inoltre, essendo sotorasib un farmaco orale, offre una migliore tollerabilità rispetto ai trattamenti chemioterapici. Un dato confermato anche all’aggiornamento presentato recentemente. Sotorasib – prosegue Tiseo – si sta configurando come un primo nuovo farmaco selettivamente attivo in presenza della mutazione KRAS G12C. Questo farmaco è in grado di modificare lo scenario terapeutico per questo sottogruppo di pazienti. Sottogruppo,– conclude l’esperto – che costituisce circa il 12% del totale dei pazienti con NSCLC”.

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