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Diritto all’oblio oncologico, raccolte più di 60mila firme

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Sono stati presentati al Ministero della Salute i primi risultati del progetto di Fondazione AIOM. Le adesioni saranno consegnate ai Presidenti Draghi e Mattarella entro l’estate

A cura di Antonio Arigliani

60mila firme raccolte in soli tre mesi. Successo straordinario per la prima campagna volta ad ottenere una legge per il Diritto all’oblio oncologico. La campagna, promossa dalla Fondazione AIOM, attraverso l’iniziativa ‘Io non sono il mio tumore’, permetterebbe al nostro Paese di seguire l’esempio di altri Paesi europei come Francia, Belgio, Olanda, i quali già tutelano i propri cittadini, ex pazienti oncologici, con una legge ad hoc. Il progetto è partito a gennaio con l’avvio della raccolta firme e una forte campagna social. Ora, si arricchirà di ulteriori attività, come la distribuzione della guida cartacea, la raccolta firme negli ospedali e due ‘passeggiate di salute’ per sensibilizzare il tema, che si svolgeranno a Roma e Pescara durante l’estate. Lo scopo è raggiungere 100mila firme per poi consegnarle ai Presidenti Draghi e Mattarella entro l’estate. Lobiettivo finale è quello di ottenere una legge di pochi articoli da tutto il Parlamento e approvata in questa Legislatura.

In Italia, quasi un milione di persone sono guarite da un tumore. Nonostante ciò, rischiano di subire discriminazioni nell’accesso a servizi come l’assunzione sul lavoro, la stipula di assicurazioni e mutui, e l’adozione di un figlio. Mentre un tempo il tumore era una malattia che dava poche speranze di sopravvivenza, oggi moltissime neoplasie sono curabili, e altre hanno un’aspettativa di vita lunga. Una norma che garantisce il Diritto all’oblio oncologico, permetterebbe all’ex paziente di non dichiarare la malattia, pratica obbligatoria attualmente. In altri termini, tale norma garantirebbe agli ex pazienti oncologici di liberarsi dallo stigma della malattia oncologica. 

Le parole di Beretta e Campana, Presidente e Vicepresidente della Fondazione

In soli tre mesi abbiamo raggiunto più della metà delle adesioni necessarie a portare il tema all’attenzione dei legislatori. E’ una delle maggiori call to action mai realizzate nella lotta al cancro – dichiara Giordano Beretta, Presidente di Fondazione AIOMLa grande partecipazione dei cittadini ci ha permesso finalmente di smuovere il Paese e di dimostrare ancora una volta quanto questa campagna sia fondamentale. Abbiamo ascoltato e raccolto le storie di moltissimi ex pazienti che si sono trovati a vivere situazioni surreali e ingiuste. Sono oltre 3 milioni le persone che, in Italia, vivono con una diagnosi di cancro. Il 27% di loro, circa un milione, è guarito. Sono numeri importanti, che non possiamo più ignorare. Ora chiediamo a tutti uno sforzo – conclude Beretta – per continuare a diffondere l’iniziativa fino a raggiungere le 100mila firme”.

Anche il Vicepresidente di Fondazione AIOM, Antonella Campana, rilascia importanti dichiarazioni in merito. “I risultati ottenuti in questi tre mesi mettono in luce la necessità di una norma che tuteli le persone che sono state malate. L’Italia deve seguire le orme di Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo. Abbiamo studiato le loro leggi. Chiediamo alle istituzioni di non perdere altro tempo. Ora tocco a loro impegnarsi in questa battaglia di civiltà. Riceviamo ogni giorno – conclude – sollecitazioni da parte di malati e familiari che già hanno dovuto superare una malattia e ora si trovano a vivere una discriminazione scientificamente ingiustificata”.

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