Dopo cinque settimane di notevole incremento le diagnosi di Sars-Cov-2 iniziano finalmente a calare
Emergono buone notizie sul fronte Covid 19. Dopo un giugno e inizio di luglio difficile per la salita imponente dei casi, inizia finalmente l’inversione del trend. Nell’ultima settimana infatti si registrano 6.552 casi in meno rispetto a quella precedente, dato che rappresenta l’inizio della curva discendente. Dopo gli oltre 700.000 casi confermati nella settimana 6-12 luglio (report GIMBE), i numeri iniziano a calare con previsioni che vedono una diminuzione di circa 10.000 casi a settimana per le ultime due di luglio. La speranza, più che concreta, è un agosto sereno.
Salgono purtroppo invece i ricoveri: sono più di 10.000 i pazienti nei reparti di area non critica ( rispetto ai 4.000 dell’11 giugno scorso), mentre nelle terapie intensive ci sono 403 ricoverati contro i 183 del 14 giugno. Dati che testimoniano la salita della curva dei ricoveri, nonostante per fortuna la situazione negli ospedali resta comunque sotto controllo. Stando infatti agli ultimi dati Agenas, l’occupazione dei reparti di area non critica è pari al 16% (è opportuno ricordare che non tutti i pazienti sono ricoverati esclusivamente per Covid poiché molti casi si trovano in ospedale per altre patologie), mentre quella delle terapie intensive è del 4%. Insomma, quest’ultima ondata non ha (finora) provocato gravi danni dal punto di vista della tenuta del sistema sanitario.
Il coronavirus non è più un “virus stagionale”
C’è però un “nuovo” dato negativo da evidenziare. Ovvero che quest’ondata ha cancellato ogni residua speranza che il Sars-Cov-2 fosse un virus stagionale. Infatti, Omicron 5 ha di fatto sgombrato il campo da ogni dubbio, considerati i centinaia di migliaia di casi degli relativi a quest’inizio di periodo estivo. Si ricorderà infatti come in questi due anni e mezzo di pandemia, uno dei punti fermi di molti esperti era che con il caldo il virus potesse diminuire la sua pericolosità. Ma come abbiamo visto, nelle ultime settimane non è andata proprio così, come ribadisce anche il noto infettivologo Matteo Bassetti. “La variante Omicron 5 è arrivata nella stagione calda. La differenza è che rispetto all’estate del 2020 dove un paziente infetto contagiava al massimo 3 persone, oggi si può infettare fino a 20 persone. Il virus di oggi è insomma notevolmente più contagioso in un contesto di socialità all’aperto, seppur meno ‘letale’. Non è un anomalia. Abbiamo sempre visto persone influenzate o con raffreddore anche in estate – conclude – anche se non con un virus così contagioso”.
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