Pubblicato in Gazzetta il decreto approvato dal Governo il 18 marzo scorso per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi in Ucraina
Pubblicato in Gazzetta il decreto legge varato il 18 marzo dal Consiglio dei ministri. Alle regioni vanno 152 milioni di euro per l’assistenza sanitaria ai profughi e deroga ai sanitari ucraini fuggiti dalla guerra per poter esercitare in Italia. Inoltre, il decreto modifica le norme attuali sui poteri speciali finalizzati a salvaguardare gli asset strategici italiani da acquisizioni estere. Vengono infatti inserite anche le imprese della salute tra i ‘sorvegliati speciali’. (Qui il decreto integrale).
Sono tre le misure principali che riguardano direttamente la sanità. Per quanto riguarda i poteri speciali finalizzati a salvaguardare gli asset strategici del Paese da acquisizioni estere, la novità introdotta riguarda il settore della salute. Quest’ultimo entra tra i settori oggetto dell’obbligo di notifica nel caso di acquisti di partecipazioni societarie da parte di soggetti appartenenti alla UE. In questo modo vi è una rilevanza tale da determinare l’insediamento stabile dell’acquirente.
Sostegno assistenza sanitaria ai profughi e reclutamento sanitari ucraini: le novità
Ulteriore novità per il sostegno d’assistenza sanitaria ai profughi. Il decreto prevede di riconoscere 152 milioni di euro alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano. Il finanziamento sarà frazionato in base al numero delle persone accolte sul territorio di ciascuna regione e provincia autonoma.
Infine, l’ultima principale novità riguarda i sanitari ucraini. Si prevede che, fino al 4 marzo 2023 sarà consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie ai cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022. Dunque, coloro che intendono esercitare nel territorio nazionale, presso strutture sanitarie o sociosanitarie, pubbliche o private, potranno farlo in questo periodo temporaneo. Ciò sarà possibile solo se si è in possesso di una qualifica professionale conseguita all’estero e regolata da specifiche direttive dell’Unione europea. Il decreto stabilisce di conseguenza anche la possibilità per le strutture sanitarie di poter procedere al reclutamento di tali professionisti. Questi devono essere muniti del Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati. A sua volta, il contratto sarà a tempo determinato o con incarichi libero professionali, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente.
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