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Medicina generale, settore sempre più in difficoltà

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A lanciare l’allarme Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale: “9000 camici bianchi potrebbero andare in pensione”

Momento difficile per il settore della medicina generale. Lo spiega chiaramente Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale. Secondo Scotti Tre milioni di italiani in più l’anno rischiano di rimanere senza medico di famiglia già dal 2022. E altrettanti per il 2023”. Il segretario nazionale della FIMMG ha rilasciato preoccupanti dichiarazioni ad Adnkronos Salute

Scotti spiega nel dettaglio la situazione. “C’è il rischio, visto il disagio della categoria, aggravato dalla stanchezza per la pressione legata alla pandemia, che 9000 camici bianchi del territorio vadano in pensione in anticipo. Ciò comporterebbe – prosegue – un anticipo del ‘buco generazionale’ prima atteso per il 2025, di 1.500-2000 professionisti in meno ogni anno”. Il segretario nazionale FIMMG rimarca poi il grave problema, sottolineando la scarsa attitudine giovanile nell’ambito della medicina generale. “Abbiamo poche speranze di turn over, considerando l’inadeguata programmazione e formazione dei nuovi professionisti. C’è una scarsa attrattività della medicina generale per i giovani”.

“La soluzione è quella di sedersi ad un tavolo per rendere più attrattiva la convenzione ai giovani”

Scotti sottolinea come un eventuale passaggio alla dipendenza del Servizio sanitario nazionale, con l’abbandono dell’attuale rapporto di convenzione dei dottori di famiglia “accelererebbe il processo di riduzione dei medici di famiglia attivi. Secondo le nostre stime – continua – la sostituzione di tre convenzionati con il passaggio alla dipendenza [del Ssn N.d.R.] ne renderebbe disponibili, con le stesse risore, due. Con un aumento del rapporto numerico che porterebbe a poter disporre di un solo medico per ogni 3000 pazienti, almeno”.

Il segretario FIMMG conclude rimarcando il problema della limitata formazione dei medici di medicina generale“La mancata programmazione e formazione di questo settore ci porta già oggi ad avere Comuni scoperti. E si vuole far apparire la dipendenza come soluzione. Un’illusione. Anche perché il giorno dopo il varo di una decisione del genere, io per primo mi dimetterei. E sarei seguito, credo, da molti colleghi. Parole dure di Scotti che conclude consigliando una possibile risoluzione del problema. “La soluzione è quella di sedersi ad un tavolo per rendere più attrattiva la convenzione ai giovani. Bisogna fornire personale agli studi, per far sì che tutta la burocrazia venga assorbita dal lavoro di segreteria. Bisogna poi fornire operatori sanitari per coprire tutta la parte di presa in carico del paziente, propedeutica alla visita medica. Permettendo così di fare anche diagnostica di primo livello nei nostri studi. Questo aiuterebbe a liberare tempo per l’attività clinica, oltre a ridare prestigio alla professione

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