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Ucraina, le mosse dell’Oms per gestire l’emergenza

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Il sito Oms Europa riporta l’intervista rilasciata da Jarno Habicht, la guida della rappresentanza dell’Oms in Ucraina: ”Bisogna fare i conti con l’enorme portata della crisi umanitaria”

Jarno Habicht ha lavorato con l’Oms negli ultimi 19 anni ed è il rappresentante Oms in Ucraina dal 2018. Habicht ha rilasciato una significativa intervista (qui intervista integrale) dove risponde a delle domande relative alla preparazione dell’Oms ai conflitti armati in atto. Abbiamo estrapolato i punti più importanti. 

“In Ucraina, abbiamo sempre lavorato sulla preparazione alle emergenze, ma indubbiamente è da ottobre/novembre 2021 che le iniziative sono entrate in una fase più attiva. Ciò includeva – continua il rappresentante Oms – le visite ai territori nella parte orientale dell’Ucraina. Una volta individuati gli ospedali maggiormente in crisi, partiva il rifornimento dei nostri magazzini e la consegna di materiali sanitari. A ciò, bisogna aggiungere anche il coinvolgimento di colleghi dell’ufficio regionale e della sede centrale per la valutazione delle nostre operazioni”.

“Stiamo trovando soluzioni e stiamo rispondendo a parte dei problemi sanitari”

Habicht, prosegue poi entrando nel merito e spiegando le mosse dell’Oms dall’inizio della guerra. “Alla fine di febbraio, quando è iniziata l’offensiva militare russa, era periodi di vacanze scolastiche. Le persone si sentivano più rilassate del solito, con il risultato che l’attacco fu ancora più scioccante. Per fortuna però eravamo pronti a questa situazione, ma il viverla comporta l’apprendimento totale di essa. Abbiamo un team molto agile e dinamico – spiega Habicht – e lavoriamo ovunque ci troviamo. Abbiamo incontri online giornalieri che coinvolgono il personale in oltre 20 paesi e abbiamo anche più di 60 colleghi in Ucraina, di cui una buona parte a Kiev. Sono molto orgoglioso del fatto che, grazie al nostro spirito di squadra, siamo una delle agenzie della Nazioni Unite che è stata in grado di consegnare merci a Kiev e in altre città. Mai come questo periodo, non ho mai visto agire i 3 livelli dell’Oms – Quartier generale, Ufficio regionale e Ufficio nazionale – così all’unisono. Stiamo trovando soluzioni e stiamo rispondendo a parte dei problemi sanitari”.

Alla domanda finale, relativa alle mosse future dell’Oms, Habicht afferma l’importanza di una risposta sanitaria efficace“Non esiste un posto sicuro in Ucraina in questo momento, ma dobbiamo garantire che i servizi sanitari siano disponibili. Le persone stanno finendo cibo ed acqua, alcuni ospedali non hanno elettricità, il che significa che la risposta sanitaria diventa più difficile: dobbiamo comunque farcela. E’ fondamentale concentrarci – Conclude – sulla riposta umanitaria, ma anche iniziare a pensare alla fase di ripresa. Non sappiamo se questa guerra finirà nel prossimo futuro o se durerà a lungo”.

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Oms
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