Il messaggio dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (A.I.R.O): “Per chi affronta un percorso radioterapico, il fumo è una sorta di sabotaggio silenzioso”.
A cura di Davide Pezza
Curare bene non basta: è fondamentale anche non compromettere l’efficacia delle terapie. È questo il messaggio centrale lanciato da A.I.R.O. – Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica.
“Per chi affronta un percorso radioterapico, il fumo è una sorta di sabotaggio silenzioso” – dichiara Marco Krengli, Presidente A.I.R.O. “Il fumo – prosegue l’esperto – riduce l’ossigenazione dei tessuti, aumenta gli effetti collaterali, aggrava le complicanze e peggiora l’outcome. Continuare a fumare durante il trattamento compromette la risposta terapeutica, aumenta la tossicità e peggiora la prognosi. Smettere di fumare significa dare più forza alla terapia, e più possibilità alla vita. Lasciare il fumo non è semplice, soprattutto in un momento di fragilità, ma è un gesto che può cambiare il decorso della malattia”.
Uno dei motivi principali è che la radioterapia funziona meglio quando c’è abbastanza ossigeno nei tessuti. Il fumo riduce l’ossigeno, anche nelle zone colpite dal tumore, rendendo le radiazioni meno efficaci e aumentando il rischio di problemi durante e dopo le cure. “L’ossigeno potenzia l’azione delle radiazioni ionizzanti – prosegue Krengli – ma il fumo abbassa i livelli di ossigeno nel sangue e nei tessuti, compromettendo il risultato delle sedute radioterapiche e aumentando il rischio di fallimento terapeutico”.
I pazienti che continuano a fumare durante la radioterapia sono più esposti a effetti collaterali gravi. Tra le conseguenze più comuni e intense si registrano mucositi, ulcerazioni, xerostomia (secchezza del cavo orale), lesioni cutanee e problemi respiratori.
“Gli effetti collaterali sono più intensi e duraturi e spesso impediscono la regolare prosecuzione della terapia. Smettere di fumare – conclude Krengli – può voler dire, molto concretamente, riuscire a completare il percorso terapeutico con più serenità e più efficacia”.
Il fumo non danneggia solo il tumore, ma amplifica anche gli effetti delle radiazioni sui tessuti sani circostanti. Le sostanze chimiche presenti nel tabacco promuovono infiammazione e stress ossidativo, intensificando i danni indotti dalla radioterapia anche dove non è necessario. Proseguire con questo dannoso vizio durante o dopo il trattamento aumenta in modo significativo il rischio di recidiva, in particolare nei tumori di laringe, orofaringe e polmoni. Al contrario, smettere di fumare è associato a un miglior controllo locale della malattia e a una maggiore sopravvivenza complessiva.
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