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Virus HIV, una carica virale bassa non consente il contagio

Tempo di lettura: 2 minuti

A renderlo noto un nuovo studio condotto da scienziati statunitensi e pubblicato sulla prestigiosa rivista ‘The Lancet’ 

Sebbene l’HIV non sia ancora stato completamente eliminato né prevenuto mediante un vaccino, i progressi ottenuti dai ricercatori hanno notevolmente ridotto l’impatto della malattia, sottraendo ai portatori la prospettiva di una morte inevitabile. Un nuovo studio recentemente pubblicato sul ‘The Lancet’, condotto dal Global Health Impact Group di Atlanta, ha esaminato il reale rischio di infezione nei soggetti con una bassa carica virale, andando oltre il concetto di “U=U” (indetectable = untransmittable). Secondo questo principio, le persone affette da HIV che seguono correttamente una terapia antiretrovirale e che presentano una carica virale non rilevabile, non possono trasmettere il virus ai loro partner.

In altre parole, gli sforzi compiuti nella ricerca sull’HIV hanno portato a una maggiore comprensione della malattia e delle modalità di trasmissione, fornendo alle persone con HIV una speranza e una qualità di vita migliore. Mentre il virus non è ancora debellato, è incoraggiante vedere come le terapie antiretrovirali abbiano contribuito a trasformare l’HIV da una condanna a morte a una malattia gestibile e controllabile. Ciò dimostra che la scienza e la ricerca continuano a fare progressi nel campo dell’HIV, offrendo nuove prospettive per la lotta contro questa malattia.

Lo studio nel dettaglio

La ricerca riguarda un’analisi di 244 studi che hanno coinvolto 7.762 coppie con un partner sieropositivo. Si è dimostrato, dunque, che non esiste prova di una possibile trasmissione del virus se la carica virale è inferiore a 600 copie per ml (numero delle copie di virus per millimetro di sangue) e che le probabilità di infezione sono estremamente basse, vicino allo zero, quando la carica virale è inferiore a 1.000 copie per ml. Secondo i calcoli, nel corso di un rapporto sessuale con un partner con una carica virale inferiore a 1.000 copie per ml la probabilità di infettarsi è pari allo 0,00028%, praticamente inesistente.

“Questi risultati – spiegano gli autori – dovrebbero consentire lo sviluppo e la diffusione di campagne di prevenzione in tutti i contesti, compresi quelli che non hanno un accesso costante ai test della carica virale basati sul plasma (i Paesi a basso e medio reddito). Una carica di virale non rilevabile dovrebbe essere l’obiettivo finale per la gestione clinica di tutte le persone che vivono con l’Hiv in trattamento con la terapia antiretrovirale. Tuttavia, le prove che dimostrano un rischio quasi nullo di trasmissione sessuale quando le cariche virali sono inferiori a 1.000 copie per ml offrono una grande opportunità per destigmatizzare le persone che vivono con l’Hiv e promuovere l’aderenza alla terapia antiretrovirale”.

Lo studio è peraltro l’ennesima conferma dell’importanza della terapia antiretrovirale, che consente di mantenere inattivo il virus. 

Fonte.

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