Si tratta di ‘apolipoproteina apoA-I’, una sorta di ‘spugna’ in grado di assorbire i lipidi con cui viene a contatto, riuscendo a staccarli dalla placca aterosclerotica
Ridurre le placche già presenti nelle arterie. È il questo il nuovo e rivoluzionario approccio alla base di uno studio che metterà alla prova ‘apolipoproteina apoA-I’, una proteina ‘spugna’ in grado di assorbire i lipidi con cui viene a contatto. Attraverso l’assorbimento dei lipidi infatti, la proteina riesce a staccarli dalla placca aterosclerotica. Lo studio in questione si chiama Aegis-II (ApoA-I Event Reducing in Ischemic Syndromes II) ed è promosso dall’Harvard Medical School di Boston. L’obiettivo è reclutare circa 20.000 soggetti attraverso oltre 1.030 centri in tutto il mondo. Tra questi è presente l’Irccs MultiMedica di Sesto San Giovanni che ha arruolato la sua prima paziente.
Il direttore del dipartimento Cardiovascolare di MultiMedica, Roberto Pedretti, ha indicato chiaramente gli obiettivi dello studio. “Nello specifico l’obiettivo primario del lavoro è osservare se questo trattamento sia in grado di ridurre il rischio di ulteriori eventi cardiovascolari. Soprattutto nei primi 90 giorni dopo l’infarto, il periodo di maggior vulnerabilità. In Italia infatti sono circa 130.000 i pazienti infartuati ogni anno. Il 20% di questi va incontro a un nuovo evento entro 12 mesi“.
“La paziente è stata dimessa ed è tornata a casa in ottime condizioni. Era stata ricoverata per un infarto e, oltre a tutte le consuete cure del caso, è stata la prima paziente a entrare in questo studio sulla apolipoproteina apoA-I – spiega Pedretti. Il protocollo prevede 4 infusioni endovenose nell’arco di alcune settimane e un follow-up di un anno. La donna verrà ora seguita periodicamente dal nostro Centro, in modo da monitorare i progressi clinici a distanza di tempo”.
“Questa terapia ha un obiettivo ambizioso e mai raggiunto prima”
“I lipidi non si scolgiono nell’acqua, circolano nel sangue perché inglobati all’interno di particolari proteine, dette lipoproteine – spiega Giuseppe Ambrosio, coordinatore per l’Italia dello studio Aegis-II e vice direttore scientifico di MultiMedica. Somministrando nel sangue il precursore della lipoproteina del tipo Hdl, ossia la lipoproteina senza i lipidi denominata ‘apolipoproteina A1’, questa attira a sé il colesterolo in eccesso, riuscendo a staccarlo dalla placca aterosclerotica. Un po’ come farebbe una spugna. Questa terapia ha un obiettivo ambizioso e mai raggiunto prima: aggredire le placche già presenti nelle arterie. È un approccio del tutto nuovo, che ci auguriamo possa contribuire alla riduzione di eventi acuti in chi ha avuto un infarto. I risultati preliminari sono molto incoraggianti” – conclude Ambrosio.
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