L’influenza ‘australiana’ ha messo KO moltissimi italiani ed ha contraddistinto il Natale 2022. Tra i sintomi principali, stanchezza, brividi e dolore alle ossa
Stanchezza, brividi, dolore alle ossa e ai muscoli. Poi anche febbre brusca, tosse, mal di gola, raffreddore, congiuntivite e mal di testa. Sono questi i principali sintomi dell‘influenza “australiana”, il virus che sta mettendo KO moltissimi italiani. Tra l’altro, secondo le previsioni degli esperti, il picco nel nostro paese sarà raggiunto proprio in questi giorni.
“L’influenza – si legge su Epicentro dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – è contraddistinta da un repentino manifestarsi di sintomi generali e respiratori, dopo un’incubazione abbastanza breve (circa 1-2 giorni). I sintomi durano solitamente per 3-4 giorni, potendo tuttavia prolungarsi anche per una/due settimane in alcuni casi. La maggior parte delle persone guarisce entro una settimana senza che siano necessarie cure mediche e nei soggetti sani è raro che insorgano complicazioni”. Particolare attenzione va riservata, quindi, alle categorie fragili: donne in gravidanza, anziani, bambini fra i 6 mesi e i 5 anni. Ma anche e sopratutto pazienti con malattie croniche o sottoposti a terapie che indeboliscono il sistema immunitario.
Per i soggetti fragili è bene andare dal medico in caso di influenza
“Le persone in forma e sane – spiega Epicentro – di solito non hanno necessità di consultare un medico nel caso in cui contraggano l’influenza o abbiano sintomi simil-influenzali. Il miglior rimedio è il riposo a casa, stare al caldo e bere molta acqua per evitare la disidratazione. Si può assumere se necessario, paracetamolo o ibuprofene per abbassare la temperatura se la febbre è elevata e alleviare i dolori”. L’Iss consiglia invdce ai soggetti fragili di prendere in considerazione una visita dal medico di famiglia.
Farmaci antivirali solo in casi particolari
Esistono due classi di farmaci antivirali impiegabili nell’influenza: gli inibitori della neuraminidasi (oseltamivir -Tamiflu e zanamivir – Relenza) e gli inibitori della proteina virale M2 (amantadina e rimantadina). L’impiego degli antivirali è stato oggetto di un vivace dibattito e, attualmente, le indicazioni espresse dalle linee guida dell’Oms e dell’Ecdc concordano nel limitarlo a casi selezionati. “L’uso di routine – si legge su Epicentro – non è appropriato, data l’irrilevanza degli esiti (riduzione statisticamente significativa ma non clinicamente significativa del decorso: diminuzione di circa un giorno della febbre negli adulti e di circa mezza giornata nei bambini), a fronte della possibilità di eventi avversi (nausea, vomito, disturbi neuropsichiatrici, alterazioni della funzione renale), oltre che di fenomeni di resistenza. In ogni modo devono essere somministrati precocemente (al massimo entro 48 dall’insorgenza dei sintomi)”.
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