L’esperta Endocrinologa e Diabetologa Chiara Di Loreto fa luce sulla questione semaglutide, il farmaco andato a ruba negli ultimi mesi
Definita come una “rivoluzione” contro l’obesità, la semaglutide iniettiva settimanale è diventata stranota per attraversare un periodo di non facile reperibilità nelle farmacie che verosimilmente si protrarrà per tutto il 2023, come la stessa Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) ipotizza. Visto anche l’acquisto e l’encomio da parte di numerosi personaggi famosi sui social media come una strategia per la perdita di peso, il nuovo farmaco sta avendo difficoltà di accesso per coloro che lo utilizzano per la terapia del diabete tipo 2 . Per questi motivi Aifa ha incluso Ozempic (il nome commerciale del farmaco) nella lista dei farmaci in carenza, insieme ad un altro farmaco iniettivo della stessa classe. Le difficoltà di produzione/distribuzione dei farmaci sta riguardando anche altre classi di farmaci orali utilizzati nella cura del diabete.
Per fare luce sulla questione, Italian Medical News ha deciso di intervistare un’esperta del settore che ha anni di esperienza di utilizzo della classe degli agonisti recettoriali del GLP-1 e pubblicazioni a riguardo: la Dott.ssa Chiara Di Loreto, Medico Specialista in Endocrinologia e Presidente della sezione regionale Associazione Medici Diabetologi (AMD) dell’Umbria.
Una panoramica generale sulla questione
Dottoressa, cosa pensa lei di tutta la questione semaglutide? Cosa può dirci in merito?
“La semaglutide iniettiva, prescrivibile e rimborsabile in Italia come Ozempic, è un farmaco utilizzato come terapia del diabete. In particolare, Ozempic ha come indicazione principale la cura del diabete mellito di tipo 2. In altre nazioni (Usa, Danimarca, Norvegia e da poco anche Inghilterra) la semaglutide, ma con dosaggi diversi e con nome commerciali differenti (Wegovy), è utilizzata anche per l’obesità; non parliamo semplicemente di sovrappeso ma di una condizione patologica, ossia di una malattia che ha precisi criteri diagnostici e pertanto terapeutici. La questione semaglutide è esplosa negli Usa a fine 2022 per via di una grande diffusione mediatica portata avanti da alcune stars di Hollywood. Questo ha avuto ripercussioni anche in Europa, Italia inclusa. In sostanza, tutto è nato quando questi personaggi noti hanno diffuso sui social gli effetti ‘miracolosi’ di semaglutide parlandone come una ‘semplice’ terapia dimagrante”.
“La questione è la seguente: negli States hanno utilizzato il farmaco per l’obesità facendone anche un disuso in alcune condizioni non particolarmente patologiche; da noi in Italia, come in buona parte d’Europa, quest’onda mediatica ha favorito il reperimento dell’unica forma di semaglutide presente anche nel suo uso off-label, cioè fuori prescrizione. I canali di distribuzione del farmaco sono stati repentinamente rivisti, in modo che Ozempic venisse concesso solo secondo indicazione e cioè nella terapia del diabete tipo 2″.
“Cosa abbia determinato questa difficoltà di reperimento di Ozempic? Io penso che ci sia stato un connubio di situazioni: da un lato un’aumentata richiesta a livello globale e dall’altro un maggiore utilizzo di semaglutide per il diabete mellito di tipo 2, essendosi rivelato il più potente farmaco non insulinico ora disponibile per questa patologia. Aggiungiamoci anche l’uso a livello mondiale dello stesso principio attivo anche per l’obesità. Qualunque previsione di produzione e distribuzione è stata superata dalla richiesta ed è perciò facile comprendere perché i pazienti abbiano avuto e continuino ad avere, seppur attualmente in misura minore, difficoltà a trovare il farmaco nelle farmacie. Purtroppo la domanda ha superato di gran lunga l’offerta”.
Le conseguenze del problema
Chiarissimo Dottoressa. In base a ciò che ci ha appena detto, cosa comporta dunque la difficoltà di reperire Ozempic per i pazienti diabetici?
“Noi diabetologici stiamo vivendo ormai da diversi mesi questa situazione. Ovviamente ci siamo dovuti attrezzare per non lasciare scoperti i pazienti. In ambito diabetologico abbiamo delle alternative anche con lo stesso principio attivo (ad esempio la semaglutide orale), ma anche a base di altre classi di farmaci. Cionondimeno i disguidi sono esistiti e continuano ad esistere sia per i pazienti che per i servizi di diabetologia. Di certo il nostro compito è quello di evitare che il paziente rimanga scoperto per lunghi periodi”.
Ragionando al contrario, che effetto può avere invece un utilizzo inappropriato di semaglutide in quelle persone a cui non era stato prescritto?
“Su questo argomento se ne sono sentite e lette di ogni tipo. Si è addirittura arrivati alla demonizzazione del farmaco stesso. Dire che semaglutide faccia male agli obesi solo per cavalcare l’onda della criticità di reperimento nel diabetico non è corretto. Questo perché Ozempic è semaglutide al dosaggio studiato nella popolazione diabetica. Non mi sento, per rigore medico e scientifico, di affermare che il farmaco possa nuocere all’obeso: parliamo di un medicinale che ha alle spalle studi clinici sperimentati su popolazioni diabetiche. Semaglutide nell’obeso ha un dosaggio differente ed è basato su studi pre-registrativi effettuati su popolazioni obese”.
“In definitiva, non è corretto dire che l’uso di Ozempic su un obeso sia dannoso ma, allo stesso tempo, la somministrazione di semaglutide per l’obesità richiede accortezze particolari partendo dalla cosa più importante: la prescrizione da parte di uno specialista che abbia esperienza con questo tipo di farmaco. Un uso fuori delle indicazioni può infatti significare la comparsa di effetti collaterali difficili da gestire”.
“Come risolvere la situazione? Solo la Novo Nordisk può farlo”
Secondo Lei, come si può risolvere questa situazione di carenza? Da dove bisogna partire?
“Si tratta sicuramente di una domanda difficile a cui rispondere. So per certo che è in corso l’allestimento di impianti produttivi e che l’azienda produttrice [Novo Nordisk N.d.R ] sta tentando di provvedere a questa esagerata richiesta che è andata ogni oltre loro previsione e lo dico senza intenzione giustificativa. Vero è che da aprile-maggio la carenza di ozempic è stata decisamente meno avvertita, soprattutto per la dose da 1 mg. Laddove esiste ancora questa difficoltà, essa è spesso secondaria all’iperapprovvigionamento del farmaco, benchè anche questo aspetto di recente è regolamentato da AIFA che imporrebbe la prescrizione di un pezzo al mese per paziente. Come si può risolvere la situazione? Solo la Novo Nordisk può farlo. Dal punto di vista clinico la risoluzione sta nell’escogitare strategie simili senza recare danni al paziente mentre da quello assistenziale l’unica soluzione è cercare di arginare lo sconforto in cui il paziente cade”.
C’è qualcosa che vuole aggiungere, un commento finale?
“Mi auguro che tutte le parti in gioco, dai mass media ai clinici, cerchino di comprendere l’importanza del diabetologo in questa situazione. Bisogna cercare le strategie giuste con gli specialisti giusti. A me di tutta la situazione ha infastidito la strumentalizzazione delle informazioni poiché ha creato distorsioni della realtà. Si è addirittura parlato di popolazione diabetica contro quella obesa. In ogni caso, la situazione è questa e bisogna prenderne atto, magari inviando messaggi giusti alle persone”.
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