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Sindrome del colon irritabile: una condizione sempre più comune

Tempo di lettura: 3 minuti

La sindrome del colon irritabile (IBS) è un disturbo sempre più frequente e può diventare un’importante fonte di disagio per chi ne soffre. Ecco alcuni consigli su come affrontare questa condizione

Frequenti attacchi di diarrea misti a periodi di stipsi, con dolori e crampi intestinali spesso improvvisi, che rendono la vita sociale difficile e portano gradualmente il malato ad auto-emarginarsi. Chi soffre della sindrome del colon irritabile (IBS – Irritable Bowel Syndrome) sperimenta periodi di relativo benessere intervallati da periodi in cui è difficile anche uscire di casa per andare al lavoro.

La sindrome del colon irritabile, conosciuta anche come colite spastica o intestino irritabile, è una condizione caratterizzata da un’alterazione della normale funzione del tratto gastrointestinale. I sintomi di questa patologia possono variare notevolmente da persona a persona e non sono sempre correlati tra loro, il che giustifica l’uso del termine “sindrome”. Essendo una condizione cronica, la sindrome del colon irritabile si manifesta con periodi alterni di remissione e benessere, intervallati da periodi di riacutizzazione, talvolta gravi.

Cause difficili da individuare e sintomi più comuni

L’IBS non ha ancora un’eziologia certa. La maggioranza delle interpretazioni della letteratura scientifica tende a classificare la patologia come idiopatica, prestando particolare riguardo all’ipersensibilità viscerale, lo stress ed altri fattori psicosomatici. Anche la dieta, unite alle altre concause sopra esposte, tende a far scaturire i sintomi della patologia, e l’analisi delle abitudini alimentari è quindi considerata essenziale per sviluppare una terapia efficace.

I sintomi sono variegati, spesso dissimili da paziente a paziente. La patologia è con molta probabilità di origine psicosomatica, dunque ogni paziente tende a concentrare su di sé differenti sintomatologie, a volte diametralmente opposte da caso a caso. In generale è comunque possibile identificare i sintomi più riportati dai pazienti:

  • dolori o fastidi intestinali, sotto forma di crampi, in genere localizzati nell’addome inferiore, sempre correlati alla defecazione;
  • feci di costanza alterata, dalla forma liquida (diarrea) alla forma cremosa oppure molto dura;
  • periodi di diarrea intervallati da periodi ti stipsi;
  • acutizzazione dei disturbi intestinali in concomitanza di eventi importanti, di situazioni di forte stress, di eventi drammatici o comunque particolarmente sentiti dal paziente (un esame, un nuovo lavoro, anche l’innamoramento o l’interesse provato o percepito per una nuova persona, ecc.);
  • depressione causata dalla condizione di perenne ‘incertezza intestinale’: il paziente, anche se in buona salute, tende ad avere paura di incappare in un nuovo attacco di colite mentre è in un luogo pubblico, e ciò causa progressivo isolamento;
  • facile irritabilità, disturbo del sonno, cefalea e altri disturbi neuropatici.

Esistono poi anche disturbi dell’evacuazione, di carattere cronico, che possono portare ad un aumento della pressione intraddominale e lacerazioni della mucosa. A lungo termine, la presenza non trattata di queste alterazioni dell’evacuazione può portare a patologie derivate come emorroidi patologiche, ragadi e prolasso rettale. Generalmente, la sindrome del colon irritabile si manifesta già nel periodo della giovinezza, dall’adolescenza fino ai vent’anni, ma non sono rari i casi in cui comincia anche prima, nella fase pediatrica.

Come affrontare l’IBS

Attualmente, considerata l’incertezza eziologica della malattia, una terapia sicuramente valida per contrastare i sintomi del colon irritabile è essenzialmente di tipo dietetico-comportamentale. A questa però, possiamo aggiungere i cosiddetti probiotici, ovvero ceppi batterici ai quali viene attribuito un potenziale effetto di protezione per l’organismo ospite. I probiotici sono insomma batteri ‘buoni’ in grado di resistere all’azione del succo gastrico e della secrezione biliare e insediarsi nell’intestino aderendo alle cellule epiteliali e contrastando così l’adesione di alcuni germi patogeni.

Pentabiocel: una terapia sicura ed efficace

Pentabiocel è una miscela unica di 5 ceppi specifici di probiotici. L’integratore alimentare riduce significativamente dolore e gonfiore addominale migliorando la qualità di vita nei pazienti con IBS. In particolare, uno studio italiano, che ha coinvolto 52 centri di gastroenterologia sul territorio nazionale e 858 pazienti, ha dimostrato che l’assunzione giornaliera di Pentabiocel per 8 settimane migliora la sintomatologia del paziente affetto da IBS, in termini di dolore e gonfiore addominale, normalizzazione l’alvo, con un impatto positivo sulla qualità di vita del paziente. Il beneficio, come dimostrato dallo studio, perdurerebbe anche dopo 1 mese dall’interruzione del trattamento.

In particolare, si sono osservati significativi miglioramenti nei sintomi, tra cui il dolore addominale, il gonfiore, il numero delle evacuazioni e la qualità delle feci, oltre a miglioramenti in alcuni aspetti della qualità della vita. Il trattamento è stato ben tollerato, senza manifestazioni di eventi avversi. Questo studio ha dimostrato l’efficacia di una miscela probiotica contenente specifici ceppi di bifidobatteri e lattobacilli nella gestione dei pazienti affetti da Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS).

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