Lo studio dei ricercatori del ‘Mount Sinai Hospital’ potrebbe avere implicazioni importanti per la diagnosi e il trattamento della devastante malattia neurodegenerativa
Il sistema immunitario può svolgere un ruolo fondamentale, insieme al sistema nervoso centrale, nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA)? Secondo gli esperti del ‘Mount Sinai Hospital’ di New York, si. Una loro ricerca, pubblicata il 22 giugno su ‘Nature’ potrebbe infatti avere risvolti decisivi nella diagnosi e nel trattamento della malattia. Finora, gli studi sulla SLA si sono unicamente concentrati sul sistema nervoso centrale. Ma il team del ‘Mount Sinai’ ha riportato disfunzioni del sistema immunitario e nervoso in modelli animali e pazienti con ALS4 (Amyotrophic Lateral Sclerosis type 4). Quest’ultima è una forma giovanile e lentamente progressiva di SLA, causata da mutazioni nel gene SETX.
Laura Campisi, assistente professore di microbiologia presso la ‘Icahn School of Medicine at Mount Sinai’ e una delle figure principali dello studio spiega i dettagli della ricerca. “Abbiamo imparato che le mutazioni in SETX devono essere espressi sia nel sistema nervoso che in quello immunitario per generare compromissione motoria nei topi. La disfunzione del sistema immunitario adattativo caratterizza di conseguenza la ALS4 nei topi e negli esseri umani”.
“Un ulteriore prova del coinvolgimento del sistema immunitario – aggiunge – è stata rilevata nell’elevata concentrazione di cellule T CD8. Queste infatti, generalmente sono coinvolte nella distruzione di tumori e cellule del corpo che ospitano agenti patogeni. In questo caso è stata rilevata nel midollo spinale e nel sangue periferico dei topi e dei pazienti con ALS4. Ne consegue da questa nostra ricerca – conclude l’esperta – che quelle aumentate popolazioni di cellule T CD8, note come TEMRA (memoria effettrice differenziata terminale), sono correlate con la progressione della malattia ALS4”.
Una possibile svolta
La SLA è caratterizzata dalla progressiva morte dei motoneuroni ed ha un devastante impatto sulla capacità funzionale dei pazienti in vari modi. Movimento di braccia, gambe, della parola, della deglutizione e anche della respirazione. Negli anni, i ricercatori di tutto il mondo hanno concentrato i loro sforzi sui neuroni, sebbene studi più recenti abbiano mostrato prove di interazione tra il sistema nervoso centrale e quello immunitario, a lungo considerati compartimenti separati. Lo studio del ‘Mount Sinai’ è uno dei primi ad affrontare se il sistema immunitario adattativo, che costruisce la protezione del corpo così com’è esposto a patogeni estranei, sia effettivamente collegato ad alcune forme di SLA. Se questi studi dovessero essere confermati, si tratterebbe di una vera e propria svolta nella lotta contro questa devastante malattia.
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